Suite reale e piscine Tonino Batani mostra la nuova faccia del mito. Svelati per la prima volta i lavori del Grand Hotel
Notizia pubblicata il 22 marzo 2009
Categoria notizia : Turismo
MURATORI, carpentieri, elettricisti, idraulici, piastrellisti, marmisti. E’ un cantiere aperto il quarto piano del Grand Hotel. Ma l’uscita dal tunnel è vicina.
«Per metà aprile contiamo di tornare a pieno regime — sorride Antonio ‘Tonino’ Batani, 72enne patron del simbolo del turismo nazionale, che ha comprato per 65 milioni di euro nel dicembre 2007 — . E nel giro di 3-4 anni metteremo a nuovo anche gli altri tre piani di stanze, e il resto della struttura».
Batani apre per la prima volta alla stampa, accogliendo il ‘Carlino’, le porte del cantiere interno al suo gioiello. Uno specialissimo Cicerone, che scambia pareri e dà indicazioni alle maestranze. Tutti gli danno del «tu»: sono suoi dipendenti anche gli operai, una speciale task-force preparatissima che lavora da 20 anni esclusivamente negli alberghi del gruppo Select Hotels. Batani sale su traballanti scalette con l’agilità di un ragazzino, scala i ponteggi esterni, al quarto piano. «Per capire cosa significa restaurare il Grand Hotel — dice a 20 metri dal suolo, accompagnato dal direttore Leopoldo Veronese — bisogna guardarlo dall’esterno. Guardi, non è una parete liscia, è quasi ovunque ricoperta di stucchi, statue, capitelli, decori. Prima è stato tutto picchettato, centimetro per centimetro, per eliminare quel che andava tolto. Poi restaurato. Infine una mano di fondo, e 3-4 di vernice anti-salmastro».
Tutte le stanze del quarto piano (una trentina, compresa la favolosa Regal Suite, con cielo stellato, minipiscina, jacuzzi e bagno turco, e 4 Junior Suite) sono rifatte da cima a fondo. Lampadari «Venini» da 20mila euro l’uno, decori dipinti in oro nei bagni, pregiati sanitari inglesi, pavimenti in marmo o in legno restaurato, pareti dei bagni in onice rosa, stucchi e affreschi, mobili antichi, arredi francesi e veneziani del XVIIII secolo. O della Belle Epoque, che imperversava in quel 1908 quando il Grand Hotel fu inagurato, un’epoca in cui Rimini era chiamata ancora l’Ostenda d’Italia.
Il rifacimento richiede un investimento di 1,5 milioni di euro per ogni piano. Batani ha già restaurato i pavimenti delle aree comuni, secondo le indicazioni imposte dal ministero delle Belle Arti (dal 1994 il Grand Hotel è monumento nazionale). Il seminato del bar e della sala Fellini hanno ripreso nuova vita, così come i bellissimi mosaici dei quali è costellato. Buttata la vecchia moquette della hall, è stata sostituita da prezioso marmo dell’Alto Adige, con disegni a intarsio in stile Liberty. Spiccano all’ingresso il nuovo banco ricevimento in noce nazionale massiccio (presto un banco simile sarà sistemato all’American bar), gli splendidi lampadari e le lampade Venini «Esprit».
Nuovi ed eleganti anche poltrone e arredi delle aree comuni. Sostituita completamente la pavimentazione del grande giardino, che funge da area ricevimento e passeggio («prima molte signore restavano incastrate con i tacchi», confida l’imprenditore). «Entro aprile sarà anche pronta la Spa — aggiunge Batani —, il centro benessere, nell’area che ospitava negozi e boutique, con centro fitness e wellness, piscina interna e ascensore dedicato». Un altro centro benessere, solo estivo, è nella spiaggia privata, che verrà ulteriormente abbellita e dotata di nuovi comfort. Va rilevato che Tonino Batani, nel giro di soli 15 mesi, ha fatto più interventi sull’icona del turismo riminese di quelli svolti negli ultimi 30 anni.
Un amore e uno spirito imprenditoriale verso la «creatura» di Rimini, per i quali la città non può che essergli grata. Specie dopo le non entusiasmanti vicende degli ultimi anni, con passaggi di mano segnati da tante promesse e pochissimi fatti. Ma gli interventi non finiscono qua. Vuole anche portare all’esterno e a piano terra la grande cucina, oggi al piano ribassato. Trascorsi da chef durante gli anni della gavetta, ha sempre mantenuto una maniacale cura della tavola. In collaborazione con l’architetto Massimo Casadei, Batani conferma che ricostruirà le due storiche e caratteristiche cupole di rame, distrutte dall’incendio del 1920: «Appena la Sovrintendenza mi dà il permesso, le faccio». Punta anche a realizzare un grande parcheggio interrato. «Una necessità, un servizio che un albergo come questo deve poter dare», conclude Batani.
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