
Enaiatollah racconta la sua storia toccante
Notizia pubblicata il 09 marzo 2011
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Alla scuola “Battelli” di Novafeltria i ragazzi hanno potuto conoscere la storia di Enaiatollah, un Afgano clandestino sfuggito al lavoro minorile che ora vive felicemente in Italia. Oggi lavora e frequenta la quinta superiore. La sua storia insegna ha mettere da parte il pregiudizio e ad ascoltare ogni individuo per capire quello che ha passato nella sua vita.
Enaiatollah Akbari non sa precisamente quando è nato, perché in Afghanistan non c’è tempo per andare all’anagrafe. Si pensa però che l’anno della sua nascita sia il 1988. Suo padre era un ‘schiavo/servitore’ che trasportava merci per una ditta e un giorno è morto lavorando. Lo spietato titolare della ditta ha comunicato alla famiglia che per compensare con la morte del lavoratore, era necessario ricevere in ‘risarcimento’ Enaiat e suo fratello. La madre però non aveva nessuna intenzione di rovinare la vita dei suoi figli e ogni volta che venivano a cercarli li nascondeva in una buca scavata in giardino. Quando Enaiat diventò più grande la madre decise di portarlo in Pakistan, gli fece promettere che non avrebbe mai usato droghe, armi o rubato e poi lo lasciò senza spiegazioni. Enaiat era molto confuso, triste, arrabbiato e pieno di dolore. All’età di dieci anni iniziò a lavorare in un hotel dove alloggiava poi a 11 anni si nascose in un bagagliaio di un pik-up per raggiungere l’Iran. Dopo alcuni mesi però fu rimpatriato in Pakistan ma Enaiat non si arrese è tornò in Iran per ben due volte. Un giorno decise di raggiungere la Tuchia seguendo un percorso tortuoso che attraversa le montagne e trovò lavoro in una fabbrica di pietre. Enaiat cercava la libertà e così, insieme al suo migliore amico, decise di raggiungere la Grecia a bordo di un gommone. Il viaggio era molto pericoloso e putroppo il suo amico annegò. Quando Enaiat raggiunse la costa greca fu soccorso da una signora che gli diede dei vestiti, da mangiare e gli pagò il biglietto per raggiungere Atene. Una volta raggiunta Atene si nascose in un camion insieme ad altre 17 persone per approdare in Italia, per la precisione a Venezia. Due ciclisti gli pagarono il biglietto fino a Roma, dove riuscì a mettersi in contatto con un amico afgano che lo portò all’ufficio immigrati. Enaiat ha vissuto per molto tempo in una comunità ed ora è stato affidato ad una famiglia con la quale vive tuttora. Una storia molto travagliata che però è finita bene.