Intorno alla villa un ristorante, un albergo e un centro benessere
Notizia pubblicata il 16 agosto 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
La Pandolfa, una villa settecentesca a Fiumana alle porte di Predappio, diventerà un polo di attrazione storico, culturale e turistico. L’imponente edificio, appartenuto al marchese Andrea Albicini e visitata spesso anche dal poeta Giosuè Carducci, è stato appena restaurato, o meglio ‘tirato a lucido’
Ma la vera novità è la fase di lancio del progetto che sta partendo e che dovrebbe concludersi fra circa tre anni.
Ovvero la realizzazione di un centro benessere, di un piccolo albergo, di un ristorante da strutture già esistenti che sono intorno all’enorme villa che saranno quindi trasformate. La stessa villa, che manterrà il suo aspetto e le sue caratteristiche storico-artistiche, sarà destinata a ricevimenti, eventi di vario genere oltre che come residenza per i proprietari. «Il nostro obiettivo — racconta Paola Piscopo, nipote del commendatore Giuseppe Ricci che acquistò la Pandolfa direttamente dalla famiglia Albicini nel 1940 — è di potenziare la natura ricettiva e di accoglienza per andare a rivestire un ruolo sempre più importante per il territorio aumentandone anche l’appeal turistico. La pace, il sorriso, il buon cibo, il vino, il golf, l’equitazione e il relax fisico e mentale diventeranno i nostri punti di forza».
SARÀ restaurata anche la piccola cappella dedicata a Santa Rosalia per ricreare un’atmosfera di contemplazione e preghiera. I diversi luoghi della tenuta (140 ettari) saranno poi collegati da percorsi e sentieri: una ramificazione di connessioni che permetteranno lunghe passeggiate, cavalcate e corse in mountain bike. «Questo è un progetto diciamo sociale e culturale — sottolinea Paola Piscopo —, una crescita e uno sviluppo dedicati a tutti gli abitanti, a tutti i turisti e naturalmente a tutti i futuri innamorati della tenuta Pandolfa».
ALL’INIZIO di settembre verrà presentato il libro ‘La Pandolfa, dalla storia all’eternità’, curato dal professore Ulisse Tramonti e dall’architetto Alessandro Lucchi. Una ricostruzione storica che rappresenta anche un importante documento per la società e in particolare per il Comune di Predappio, teatro degli eventi narrati. «Un libro che raccoglie memorie, progetti e peculiarità di uno dei tesori più preziosi della Romagna», conclude Paola Piscopo.
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