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Una mostra che fa bene alla salute "L'Ippocrate moderno" a Dozza

Notizia pubblicata il 25 marzo 2008



Categoria notizia : Cultura


SCATOLE di pillole finemente decorate come un quadro e strumenti del mestiere che sembrano attrezzi di tortura, eleganti signorine che da un manifesto pubblicitario invitano a ingoiare le ormai famose pasticche Valda e Nestlè, vasi e contenitori di ogni forma e dimensione che contengono miracolosi medicamenti: ecco L'Ippocrate moderno la mostra che Dozza dedica alla medicina del secolo scorso.

NELLA ROCCA del borgo medievale, noto per i suoi muri dipinti, é stata allestita una mostra che raccoglie alcuni dei pezzi della ricca collezione del dentista bolognese Piergiuseppe Piersanti: un'occasione per scoprire il lato artistico della medicina ma anche per apprezzare le ultime conquiste della scienza, che mette a disposizione degli specialisti strumenti sempre più tecnologici e attrezzature sempre più piccole e meno invasive.

E' LA TERZA MOSTRA che la Fondazione Dozza città  d'arte organizza attingendo dalla raccolta della famiglia Piersanti, ricorda il sindaco Antonio Borghi: «Dopo Rèclame nel 2006 e A che gioco giochiamo? nel 2007, con L'Ippocrate moderno ci si avvicina al tema della salute e della cura del corpo. La chiave di lettura però é la stessa che caratterizzava le due precedenti mostre: la grafica pubblicitaria in manifesti, cartoline, espositori farmaceutici, abbinata alla cultura materiale di oggetti e strumenti della medicina di una secolo fa».

LA VERA CHICCA della mostra é la ricostruzione dello studio dentistico di fine '800, in cui si trovano un poltrona del 1878 e un mostruoso trapano a pedali: solo a vederlo mette i brividi, se si pensa alle puntine grandi poco più di uno spillo che utilizzano i dentisti oggi. Piergiuseppe Piersanti ricorda che il padre, anche lui dentista, molti degli strumenti in mostra li ha anche utilizzati davvero: «In Rocca ci sono anche ricordi di famiglia e strumenti che mio padre si ritrovò in eredità  quando rilevò lo studio nel 1933. E' il caso del trapano a pedali, della sputacchiera e del servo mobile, un mobile che noi medici utilizziamo anche oggi per avere a portata di mano tutti gli strumenti necessari».

OLTRE alla ricostruzione dello studio dentistico, all'ultimo piano della Rocca c'é anche una sala dedicata agli strumenti militari: qui sono raccolte ad esempio le cassette del pronto soccorso e un'altra poltrona per le visite odontoiatriche da campo. E tra le centinaia di piccoli strumenti chirurgici e attrezzi di precisione trovano posto anche macchinari di alta tecnologia di dimensioni maggiori come l'autoclave che serviva per disinfettare gli strumenti e la macabra attrezzatura per l'elettroshock.

Poi lungo le sale tappezzate di manifesti pubblicitari si trovano bilance per neonati con piatti in vimini intrecciati, ciucci per bimbi della Hatù o ridicole maschere che le signore mettevano di notte sul naso nella speranza di correggere le imperfezioni del loro profilo.

Il curatore della mostra Eugenio Riccòmini punta l'attenzione sul lato artistico dei materiali esposti. Riccòmini sottolinea che l'idea odierna della medicina é qualcosa di freddo, molto asettico. Invece in passato «i prototipi delle scatole di medicine erano dipinti a mano da autori noti, a cui era affidata anche la realizzazione dei manifesti firmati da personalità  del calibro di Marcello Dudovich o Gino Boccasile».

Per questo, conclude Riccomini, ci sono «manifesti coloratissimi che invitavano a ingerire medicine infallibili, o a trascorrere un po' di tempo nelle località  termali più piacevoli. Località  che, chissà  perchè, si trovano sempre entro dolci paesaggi, adattissimi ad essere accarezzati dal pennello di pittori di squisita sensibilità Â».

Sul fronte artistico Piersanti sottolinea la presenza di una graziosa scatolina in ceramica, con una signora seduta su una cassettina che si apre e nasconde una medicina che veniva utilizzata come purga: «L'approccio con la medicina in passato era molto diverso: il paziente andava catturato. Questa graziosa scultura faceva bella mostra sui banconi delle farmacie, per convincere le signore a utilizzare il medicinale».
La mostra sarà  visitabile fino al 2 giugno. 

(foto di http://www.flickr.com/photos/wallyg)