Bologna. Il personaggio Jonone. 'Nello stand ho dipinto sotto gli occhi del pubblico per raccontare la luminosa libertà della strada'
Notizia pubblicata il 26 gennaio 2009
Categoria notizia : Eventi
AMERICANO di origini dominicane JonOne (al secolo John Andrew Perello) è l’esponente più prolifico e torrenziale della “seconda generazione” di graffitisti che hanno sedimentato la propria arte per le vie di New York. E che hanno scelto di “portare” l’esperienza urbana dei segni sui muri, sulle metropolitane e sui panorami disadorni, nelle gallerie d’arte.
Ad Arte Fiera, ospite della galleria francese Magda Danysz, ha realizzato dal vivo un lungo dipinto percorso da incroci di pittura in bianco e nero che ricordano la forza evocativa dei geroglifici, di una scrittura primitiva, metà arte metà comunicazione. Ci sono echi della pittura informale americana dello scorso secolo nelle sue opere. «Si, la mia fonte di ispirazione principale — Dice — è Jackson Pollock e l’action painting. Io credo debba esserci una forte relazione tra l’atto, l’azione pittorica e la mente.
Creare, per me, è lasciarsi andare ad un flusso emotivo che ha molto a che fare con le tecniche di improvvisazione del free jazz, la musica che ha sempre accompagnato Pollock durante il suo lavoro».
Ma questa influenza è mediata dalle sue origini.
«Certo, le mie radici latine entrano nella pittura, non tanto come riferimento a scuole ma come energia. E’ come se trasferissi sulla tela quell’universo fatto di odori, colori, ambientazioni accese, vivide, i murales ad esempio, che costituscono il patrimonio del mondo dal quale provengo.
Ma c’è anche il graffitismo degli anni ‘80, quello della prima ondata, Keith Haring, Basquiat, perché loro mi hanno insegnato che l’arte ha bisogno, per svilupparsi, della libertà assoluta. E questa liberà deve essere conquistata. E la strada è l’unico posto dove questo è possibile»
Lei, però adesso lavora nelle istituzioni, è rappresentato da una galleria di Parigi dove espongono artisti che vengono dalla strada, come la spagnola Miss Van, che disegna linee di abbigliamento per Nike e Fornarina...
«Vero, io credo che il graffitismo, inteso come cultura della strada, sia stata per me una scuola, è lì che ho imparato a trasformare in dipinti quelle esperienze che arrivano dalla musica hip hop, dalle feste, ma anche da De Kooning, un pittore che amo. Ora la mia opera è pronta per entrarare nel mercato».
Lei definisce la sua pittura “calda”.
««Si, i miei quadri sono sempre delle esplosioni di colore, vorrei che sulle tele ci fosse una luce accecante, anche quando, come nel lavoro che ho realizzato durante Arte Fiera, uso soltanto il bianco ed il nero».
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