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Capolavori in passerella con Jo no fui: il successo 'griffato' della Giacobino

Notizia pubblicata il 30 aprile 2008



Categoria notizia : Musica


IL NOME é di quelli che non dimentichi. «Jo no fui», ovvero «Io non sono stato». Ma é dura dire cosa non é stata, in questi anni, Alessia Giacobino. Da quando ha iniziato a cullare il suo sogno é stata stilista, consulente di moda, imprenditrice. Ha diretto e seguito personalmente la produzione dei capi, lei che ha in tasca una laurea di architettura…

Non male per una ragazza che, a soli 35 anni, é a capo di Jo no fui, uno dei marchi più interessanti della moda femminile italiana, che fatturerà  nel 2008 oltre 6 milioni di euro. «Ma ormai per noi il mercato italiano é 'saturo': i nostri capi sono già  venduti in 200 delle più note boutique. All'estero invece, dove siamo già  presenti, ci sono grandi margini di miglioramento». Non si pone limiti Alessia. E in fondo, perchè dovrebbe?

Ha creato dal nulla Jo no fui lavorando «di giorno e di notte. I miei amici a ballare e a divertirsi, io a studiare a imparare. Gli inizi sono stati duri. Sono cresciuta nella moda, i miei genitori hanno una boutique (Benny's), e io ho sempre sognato di creare abiti, ma non c'erano i mezzi per realizzare una collezione. Nel 2000, pur avendo una laurea in architettura (e un lavoro da interior design) ho deciso di provarci. Ho disegnato la mia prima collezione, e ho fatto il giro delle grande aziende di moda per cercare qualcuno che credesse nel mio lavoro e finanziasse il progetto».

Alessia ci riesce e realizza il suo primo campionario di vestiti. Li mette in valigia, e inizia a mostrarli ad alcune delle più note boutique: Biffi e Banner a Milano, Luisa via Roma a Firenze, Gaudenzi a Riccione, perchè «ero convinta che Jo no fui si rivolgesse a un certo tipo di pubblico, in grado di apprezzare i miei abiti». Le cose vanno subito talmente bene, che nel 2003 la Giacobino può aprire il suo showroom a Milano. E l'anno dopo (é il 2004) l a giovane stilista riminese aprea la Newport, la società  con cui realizza in proprio tutti gli abiti che disegna. Il 'cuore' della Jo no fui si sposta così a Viserba, in un vecchio mulino trasformato in un innovativo stabilimento, restaurato dall'arte punk dei Mutoid.

Il resto é storia recente: il successo sulle passerelle, la presenza di Jo no fui in oltre 220 negozi d'alta moda in Italia e in Russia, Spagna, paesi Scandinavi e pure Emirati Arabi. «Il prossimo grande passo – spiega Alessia – é puntare sempre più al mercato estero, in particolare all'Europa dell'Est. Ma per farlo probabilmente Jo no fui dovrà  legarsi a un grande gruppo. Nell'azienda lavorano 15 persone e un'altra ventina di collaboratori: troppo pochi per farcela da soli. Anche se finora ci siamo riusciti benissimo!»

(foto di http://www.flickr.com/photos/ddalledo)