Jeda: Grazie Rimini ma la propost aera troppo invitante
Notizia pubblicata il 11 gennaio 2008
Categoria notizia : Sport
Jeda torna in serie A dopo otto anni da quelle undici partite giocate con il Vicenza. «E' una cosa diversa, allora ero giovanissimo, adesso credo che sia il momento giusto per  tornarci, ho raggiunto una certa maturità calcistica, ho esperienza, mi sento pronto per misurarmi con la categoria maggiore».
Jeda ha segnato un gol in A contro la Lazio. «All'Olimpico, perdevamo 2-0, sono entrato e segnai il 2-1 ma senza completare la rimonta». Ha già visto il calendario? «Sì, ci tocca subito l'Udinese e sarà dura far gol perchè dall'altra parte c'é Handanovic».
Non pensa al fatto che tra sei mesi potrebbe ritrovarsi nuovamente in serie B? «Assolutamente no, guai se pensassi così, se mi presentassi in una nuova piazza da sconfitto in partenza. Le somme si tirano alla fine, io affronto questa avventura con personalità , certo, il Cagliari é già al terzo allenatore, ma la situazione non é affatto compromessa».
Negli ultimi anni ha lottato per la promozione, da un momento all'altro si cambia radicalmente obiettivo. «C'é sempre una serie A da conquistare, sia se la squadra é al vertice in B, sia se si trova nella parte bassa della classifica in A».Ha notato un po' di sfiducia nei dirigenti del Rimini? «No, ma questa società non vuole rischiare di trovarsi a giugno al punto di non ritorno e tiene la situazione sotto controllo.
E poi non é la partenza di un giocatore che rende meno competitiva la squadra».Un giocatore no, ma se viene ceduto con fretta eccessiva il bomber, uno da 11 gol in 19 partite, allora cresce la preoccupazione.Soprattutto perchè Jeda, come finalizzatore, aveva espresso nel modo migliore le idee tattiche di Acori, che proprio schierando il brasiliano al centro di un attacco senza punti di riferimento, aveva sorpreso tutti l'anno scorso in B.
« Ho avuto la fortuna di giocare in un grande Rimini, divertente da vedere, una squadra che ha saputo esaltare le mie qualità , favorito anche dal fatto che ho potuto lavorare in una città splendida».E allora perché se ne va? «Perchè il Cagliari, oltre a riportarmi sul palcoscenico della serie A, mi ha accontentato in tutto, anche dal lato economico, non potevo certo rifiutare».Che numero avrà in Sardegna? «Il 27 naturalmente».