Teatro Socjale. Canzoni italiane e standard jazz dagli anni Trenta
Notizia pubblicata il 20 febbraio 2009
Categoria notizia : Musica
UN VIAGGIO musicale con la canzone italiana e quella america degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Questo il filo conduttore del concerto di questa sera al Teatro Socjale Club di Piangipane grazie al ‘Claudia Rava & Stefano Savini Sextet’.
Si tratta di una formazione con una sonorità prettamente acustica, che propone un repertorio improntato sui grandi classici della canzone americana legati al periodo d’oro del jazz (appunto gli anni dal 1930 a quasi il 1950): i cosiddetti ‘standard’. Il sestetto, attraverso arrangiamenti originali e sonorità sofisticate ed eleganti, architettate per ogni strumento e per il solista di turno, offre una rilettura delle più celebri ‘songs e blues’, facendo trasversalmente al proprio repertorio un omaggio a Billie Holiday, grazie alla voce sensuale di Claudia Rava. Il sestetto comprende poi Enrico Farnedi alla tromba; Massimo Zaniboni al sax tenore e soprano; Stefano Savini alla chitarra e autore degli arrangiamenti; Francesco Giampaoli al contrabbasso e Mauro Gazzoni alla batteria. L’ensemble ha all’attivo un’intensa attività concertistica in molti teatri, locali, manifestazione e rassegne di carattere jazzistico e in trasmissione radiofoniche nazionali.
A PARTIRE degli anni Trenta i compositori e gli autori delle canzoni italiane iniziarono a usare strutture e armonie di chiara ispirazione americana per assoggettarsi alla moda, ma più precisamente a uno stile musicale che in quegl’anni iniziava a influenzare e a dominare la scena europea ed italiana e che il pubblico gradiva. Da questo nacquero delle magnifiche canzoni, intramontabili, con uno spirito allegro e di grande profondità sentimentale. Tramite la grande capacità melodica italiana, combinata con i modelli compositivi d’oltre oceano e la sapiente mano compositiva di musicisti, arrangiatori quali Gorni Kramer, Giovanni D’Anzi e altri ancora e autori di testi come Macario, l’Italia ebbe composizioni spesso di grande bellezza, con uno spirito molto ironico a volte e leggero, ma anche più riflessivo e reale, poco trasognato (quasi come certi blues d’oltre oceano). È qui che il sestetto ha colto un repertorio meritevole di una diffusione ed adatto ad una esecuzione in stile jazzistico. Il teatro apre le porte alle 21; i concerti iniziano alle 22.30.