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Ecco come sono diventato il Nadal della sabbia

Notizia pubblicata il 11 agosto 2008



Categoria notizia : Sport


DIECIMILA EURO possono essere una buona consolazione se da metabolizzare c'é la cocente delusione di un titolo mondiale sfumato, perdipiù per mano dell'ex compagno di un tempo, Nicola Gambi. Alex Mingozzi, in coppia con l'inseparabile Matteo Marighella, prova oggi a risalire sul gradino più alto del podio nel 4° Trofeo Delfino, tanto per mantenere lo strepitoso passo tenuto da inizio anno con 9 tornei vinti su dieci disputati, tenendo sempre ben d'occhio il record del 2006 quando i primi posti furono 20 su 21.

Per chi frequenta le spiagge e conosce i campioni del tennis sulla sabbia, il duo Mingozzi-Marighella evoca nell'immaginario quello che a Wimbledon o al Roland Garros potrebbe essere un doppio Nadal-Federer. Anche perchè al pari dei top-two della racchetta, anche loro sono professionisti dei racchettoni, hanno ricchi sponsor (per una ditta produttrice di materiale tecnico é anche team manager) e viaggiano il mondo, esattamente come i classificati Atp. New York per la finale di un Master a fine mese, poi a settembre le Bermuda, Aruba...
Ma come si diventa i numeri uno in questo sport?
«Quando si é giovani giocando parecchio con chi é più bravo di te - spiega il ravennate Mingozzi, 27 anni contro i 29 del compagno con cui condivide anche il titolo di studio: la laurea in Giurisprudenza -, partecipando a tanti tornei, allenandosi».
Non serve però anche un po' di talento o quantomeno di predisposizione?
«Partiamo dal presupposto che il beach tennis diventerà  nel prossimo decennio lo sport più praticato al mondo perchè facile e intuitivo, lo possono fare tutti dai 5 ai 70 anni anche senza avere precedenti esperienze specifiche. Detto questo, personalmente ho cominciato a 13 anni con una racchetta rudimentale ma la passione é esplosa quasi immediatamente e nel 2001-2002, insieme all'amico Michele Mariotti, abbiamo vinto 27 tornei».
L'incontro con Marighella invece com'é avvenuto?
«Siamo sempre stati avversari ma nel 2006 abbiamo deciso di giocare insieme anche se c'era la difficoltà  che pure lui giocava a sinistra come me».
Alla fine chi ha ceduto il suo posto?
«Si é spostato lui».
Quali sono i vostri punti di forza?
«Il mio colpo migliore é la veronica alta di rovescio, il suo il no look, ovvero colpire la palla guardando da un'altra parte».
Da grandi cosa farete?
«Considerando che Gambi che si é appena laureato campione del mondo sia nel singolo che nel doppio con Calbucci, ha cinque anni più di me, penso che giocheremo ancora a lungo. Il beach tennis é uno sport anche molto mentale e di testa».

Come e quanto vi allenate?«Tre volte la settimana facciamo degli esercizi, un po' come facciamo con i nostri allievi quando insegnamo. Abbiamo scuole a Vecchiazzano, Riccione, Ravenna e Faenza. Si fanno cesti di palline, le solite cose che fanno i tennisti: sulla sabbia oltre alla velocità  di gambe e a ottimi riflessi serve anche una grande capacità  di tuffarsi e saltare».

La crescita del movimento nel mondo vi spaventa o vi galvanizza?
«E' molto bello giocare a livello internazionale. L'America sta vivendo un autentico boom».
Ci sono già  avversari quotati?
«A Reunion, dove disputiamo sempre la prima gara dell'anno».

foto di http://www.flickr.com/photos/controvento