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L'intervista Vaime: «Amarcord la 'mia' Riccione»

Notizia pubblicata il 17 giugno 2008



Categoria notizia : Cultura


ENRICO VAIME , scrittore, nonchè autore televisivo e radiofonico che per decenni ha segnato la storia di mamma Rai, a Riccione ha ricevuto il premio Ttv alla carriera. Un'occasione per ricordare la sua giovinezza trascorsa nella «Perla Verde», dov'era stato già  premiato nel 1963, e il grande Federico Fellini. Vaime ne parla sorseggiando l'aperitivo, dopo aver incontrato i suoi lettori alla libreria Mondadori.

Vaime e Riccione un vecchio feeling?
«Frequento questa città  da mezzo secolo. Ci vengo in villeggiatura quasi tutti gli anni. Quand'ero ragazzo d'estate ci stavo tre/quattro mesi. Mia mamma Leda negli anni Cinquanta/Sessanta gestiva l'Hotel Lugano che ora si chiama Zanarini, in via Corridoni (di fronte alle poste centrali, ndr). Venivo qui e facevo la pacchia. Ogni mese cambiavo compagnia. Io ero l'unico «cliente» fisso».

Com'era Riccione all'epoca?
«Bella, piena di tanta gente allegra. Ho un bellissimo ricordo delle persone del posto che conosco bene e sento mie».

Riccione, Rimini e Fellini come ricorda il Maestro?
«Una volta mi telefonò e mi venne quasi un infarto. Mi disse sono Fellini, ma non ci credevo. Voleva complimentarsi per un articolo scritto su di lui. Lo amavo come un fratello, un padre. Quella volta volle vedermi. Ci incontrammo in via Margutta dove aveva questa specie di studio fantomatico. Lui era un bambino di settant'anni, un ragazzino con le curiosità  e le fragilità  dell'infanzia. Un uomo strepitoso, gradevolissimo. Quando ci vedemmo l'ultima volta era emarginato dalla professione. Essendo un genio, dava fastidio».

«Racconto fatti successi davvero e persone realmente conosciute. Sono al secondo libro, ma ce ne sarà  un terzo. E' l'esperienza di una generazione, la mia, che ha perso tutti i treni della storia».

(foto di http://www.flickr.com/photos/f-remolo