![Caro Pasta Caro Pasta](https://www.riminibeach.it/var/news/storage/images/_aliases/hotel_gallery_image/notizie/indagine-finanza-stabilimenti-pasta/980577-1-ita-IT/indagine-finanza-stabilimenti-pasta.jpg)
Perquisizioni Delle Fiamme Gialle Per Il Caro Pasta
Notizia pubblicata il 16 dicembre 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Le prime lamentele arrivarono dai consumatori. Non importa se fossero spaghetti, rigatoni o penne lisce: i pacchi di pasta, di qualunque marca, erano diventati sempre più cari.
Così nell'ottobre 2007 l'Antitrust decise di vederci chiaro e mise sotto inchiesta ventinove tra i principali pastifici italiani, mentre le associazioni Adoc, Adusbef, Federconsumatori e Codacons denunciarono il tutto all'autorità giudiziaria. Ieri sono scattate le perquisizioni della Guardia di Finanza. Nel frattempo, per due anni, i prezzi di fusilli ed affini hanno continuato a lievitare. Nel mirino dei pm della Procura di Roma, Nello Rossi e Stefano Pesci, ci sono cinque aziende, le più importanti dello Stivale: la sede della Barilla a Parma, quelle della De Cecco a Pescara e Roma, il pastificio Garofalo a Gragnano, in provincia di Napoli, il pastificio Amato a Palerno, la sede della Di Vella a Bari ed infine gli uffici dell'Unione pastai italiani a Roma. Le Fiamme gialle hanno rovistato tra cassetti e computer alla ricerca di mail, verbali di assemblea o qualsiasi altro documento che possa provare un accordo tra le aziende, accusate di manovre speculative sulle merci, reato che prevede fino a tre anni di carcere.
Una vero e proprio 'cartello' tra imprese che avrebbero lucrato sui rialzi del grano e ritoccato i prezzi verso l'alto, ai danni dei clienti della pastasciutta. Il conto è presto fatto. Secondo la Coldiretti «il grano duro viene pagato 18 centesimi al chilo agli agricoltori - denuncia l'associazione - mentre la pasta viene venduta in media a 1,4 euro al chilo. Un ricarico di circa il 400% se si considerano le rese di trasformazione». Se si considera che gli italiani, anche in tempi di crisi, non rinunciano al piatto di pasta, che, al contrario, il consumo solo nei primi sei mesi del 2009 è cresciuto del 2,8% e che nel 2008 sono stati acquistati oltre 1,5 milioni ti tonnellate di pacchi di semola di grano duro, il gioco è fatto. «Infine, nonostante le quotazioni del grano, rispetto lo scorso anno, siano scese su valori inferiori di ben il 30%, i prezzi della pasta sono rimasti invariati» conclude la Coldiretti.
Intanto dagli stabilimenti fanno sapere di aver garantito ai militari «la nostra piena collaborazione» durante le ispezioni. Divella, dalla Puglia, precisa che «sono venuti a chiedere le stesse carte che la Finanza aveva già acquisito nell'ambito degli accertamenti richiesti dall'Antitrust» mentre Massimo Menna, titolare della pasta Garofalo e presidente dell'Unipi (l'organizzazione degli industriali della pasta) e il gruppo Barilla ribadiscono che «non c'è stata nessuna speculazione ». Anche i consumatori chiedono che venga presto fatta luce sul "caro-pasta". Il Codacons, che inviò ai giudici un accurato dossier sull'aumento dei prezzi, è pronta a costituirsi parte civile e chiedere i danni. Per ora nel registro degli indagati ci sarebbe un solo iscritto, ancora anonimo, ma gli accertamenti in corso potrebbero coinvolgere anche altre persone. Ora toccherà alla Procura verificare se ci siano stati degli accordi tra la "cupola" della pasta.