Rimini, le imprese italiane chiudono e quelle straniere aumentano

Secondo i dati raccolti dal servizio statistica della provincia che collabora con la Camera di Commercio e lo sportello Extra Point di Confartigianato, nonostante le imprese italiane siano diminuite notevolmente rispetto al 2009 (269 in meno), quelle straniere sono aumentate del 2,6%.

Gli artigiani riminesi sono sempre più ‘vecchi’ e spesso non reiscono a tramandare la loro passione ai loro figli, mentre gli stranieri fanno nascere nuove realtà e danno vita a nuove attività anche a 32 anni.

Jamil Sadegholvaad, l’assessore agli osservatori statistici della Provincia di Rimini, ha dichiarato: “Questi dati raccolti sono importanti per adottare politiche e servizi adeguati, per integrare sempre di più la popolazione straniera sul territorio riminese. Purtroppo anche nella nostra provincia i giovani laureati italiani non vogliono più portare avanti attività artigianali, e si ritrovano spesso senza lavoro o sottopagati. Per questo è importante sostenere (a livello economico e amministrativo) gli stranieri che vogliono aprire nuove attività a Rimini. Sono una risorsa non solo economica, ma anche sociale e culturale”.

Ecco altri numeri: su 27 Comuni, dal 1° gennaio i cittadini stranieri residenti in Provincia ammontano a 30.549, su più di 59mila imprenditori riminesi l’8,1% (4780) sono stranieri mentre per quelle artigiane la percentuale raggiunge l’11,7%. Le nazionalità più comuni sono: Albania, Romania, Cina, Marocco, Macedonia, Tunisia e Ucraina. Il settore dell’abbigliamento, confezioni e cuoio è in prevalenza cinese mentre quello dell’dilizia, arredamento, trasporti, installazione e manutenzione impianti, il settore delle fibre, del legno e i servizi per la pulizia e l’igiene sono generalmente gestiti dagli albanesi.