«E ora trasformerò Imola in Cinecittà » I progetti del regista Stefano Calvagna
Notizia pubblicata il 11 aprile 2008
Categoria notizia : Spettacoli
LA PRIMA VOLTA é stata da produttore. Stefano Calvagna ha conosciuto Imola quando con la sua Poker Film ha finanziato Il soffio dell'anima che Victor Rambaldi ha girato proprio lì, nei luoghi dove peraltro ambienta l'azione anche Valentina Lippi Bruni, l'autrice dell'omonimo romanzo da cui il film é stato tratto.
Ma il colpo di fulmine si é trasformato presto in un amore stabile al punto che non solo Calvagna ha deciso di collocare a Imola anche gran parte dei set del suo nuovo Guardando le stelle ma con il socio Carlo Bernabei sta seriamente pensando di fondare in città dei teatri di posa permanenti, una piccola Cinecittà .
«La posizione é strategica - spiega il regista e produttore che nell'ultimo film é anche attore protagonista insieme a Brunella De Nardo -. Non é lontana da Roma e molto vicina al Norditalia e a Milano. Vorrei dialogare con le amministrazioni locali ma anche con enti privati per cointeressarli al progetto». In attesa che possa prendere corpo l'ambiziosa realizzazione, Calvagna é concentrato sulla post-produzione del film che potrebbe debuttare anche alla Mostra del Cinema di Venezia. «Anche in questo caso il soggetto é di cronaca, parla direttamente e senza fronzoli di attacchi di panico, un dramma diffuso ma su cui nessuno imbastirebbe mai una trama. Io però vado avanti a modo mio anche se ricevo meno apprezzamenti in Italia che all'estero».
IN EFFETTI Oltreoceano Calvagna ha ricevuto gratificazioni importanti. «Il Premio Oscar Steven Zaillian si é offerto di lavorare gratis nel mio prossimo film e il New York Times dopo aver assistito all'anteprima de "Il peso dell'aria" mi ha definito un giovane Francis Ford Coppola. E giocavo fuori casa, senza pubblico amico».
Ma come si spiega questa gloria più estera che non nostrana?
«Probabilmente fuori d'Italia un prodotto indipendente come il mio viene maggiormente accettato, piace la gente che ha qualcosa da raccontare e lo fa senza fronzoli o presunzioni patinate.
In Italia valgono le raccomandazioni e impera l'esterofilia: basta vedere come diamo via i Leoni a Venezia. Per non parlare della distribuzione: io la faccio da me ma com'é possibile che sei copie del film del momento circuitino in una stessa multisala? E' un po' quello che succede nelle radio quando passano la stessa canzone cento volte al giorno. Sfido chiunque a non ascoltarla. Viene imposta».
Calvagna comunque non si ferma e ha già in programma il prossimo film che sarà sui figli di Satana . «Una sorta di flash back sui fatti come sono stati ricostruiti in sede processuale». E chissà che ancora una volta non sia Imola la sede ideale per la troupe. «Ci sono stato un mese e mezzo e non ho sentito affatto la mancanza di Roma». Più che un addio, il suo sembra proprio un arrivederci.
(foto di http://www.flickr.com/photos/truusbobjantoo)