Buddismo, turisti e crudeltà Vi racconto la mia Birmania
Notizia pubblicata il 08 ottobre 2007
Categoria notizia : Cultura
L A VOCE minuta é la stessa che piove da Hong Kong attraverso i forellini delle radio, da un altro fuso orario.Â
In Italia sono le 10 di mattina e la trasmissione radiofonica Radio Tre Mondo, in onda fino alle 12, si collega con una forlivese che vive tra gli occhi a mandorla: é Ilaria Maria Sala, corrispondente dall'Oriente per il Wall Street Journal e il Sole 24 ore. "Così racconto la Birmania", dice. La sua Birmania.
ILARIA MARIA SALA ha 40 anni, a Forlì é stata fino a 11 anni, per poi tornare di tanto in tanto, tappe di una vita che l'ha portata sempre più lontano: Pechino, piazza Tienanmen, Tokyo, Hong Kong, da dove scrive per alcuni giornali.
Ma nelle mappe del suo Oriente c'é anche la Birmania insanguinata: "Ci sono stata diverse volte, non ricordo neppure quante. La prima fu nel 2000. L'ultima due anni fa, mentre scrivevo il mio libro".
Che si chiama 'Il dio dell'Asia' ed é un lungo reportage sul continente asiatico visto nelle sue sfaccettature religiose. "Della Birmania ho cercato di raccontare proprio il buddismo, ho osservato i monaci". Prima della repressione, ovviamente: "Adesso realmente qualunque straniero là é in pericolo. Quando ci sono stata io, almeno in parte, era diverso".
E' APPENA tornata in Italia, da qualche giorno, ma con la mente riprende l'aereo verso est. E racconta.
"Per molti anni ho seguito le vicende della dittatura militare birmana dalla Thailandia, dove si rifugiano moltissimi esuli. C'era un problema morale, infatti: Aung San Suu Kyi chiedeva a tutti gli stranieri di restare lontani". Aung San Suu Kyi é la donna che nel 1990 aveva vinto le elezioni con la promessa di imprimere una svolta democratica al paese: il risultato non fu riconosciuto e lei fu costretta agli arresti domiciliari.
L'anno dopo vinse il premio Nobel per la pace. "Sapevo che la dittatura trae soldi anche dai visti, dai passaporti, ha percentuali sugli incassi di tantissimi alberghi e ristoranti. Per questo mi ponevo il problema. Poi ho deciso di andare: soprattutto per parlare finalmente della Birmania. E' una storia per certi versi simile a quella del Tibet, ma di cui si sa molto meno".
NON LE àˆ mai successo nulla. "Ma tutti i movimenti degli stranieri sono controllati. Ero costretta a fare interviste di nascosto: davvero chi parla con un giornalista rischia grosso lì".
E racconta quello che in Occidente non sa nessuno: "La barbarie é a livelli inauditi. Tra le minoranze etniche e religiose il regime rapisce gli uomini e li incatena nelle miniere di diamanti, o li manda a lavorare come taglialegna.
L'economia é un disastro. Il carburante é raddoppiato da un giorno all'altro, per questo sono scoppiate le proteste. Non c'é libertà di stampa. C'é una religione ufficiale, il buddismo, mentre cristiani e islamici vengono perseguitati". E pensa: "Anche i generali si dichiarano buddisti. Anche se non so cos'abbiano capito...".