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Rosso Piceno o Bianchello quando il vino è donna

Notizia pubblicata il 27 luglio 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


IL VINO è delle donne e le donne sono del vino. Angela Velenosi da Ascoli ha creato la vigna con le proprie mani, dal nulla, impiantando innanzitutto la propria passione e il proprio carattere.

Si percepisce, nei vini di Angela, il desiderio di andare oltre i confini del feudo della Marca, per abbracciare un gusto internazionale che mette radici nel territorio, ma guarda al palato dei consumatori di tutto il mondo.

La sua cantina ha un’anima cosmopolita, una voglia matta ed elegante di comunicare emozioni al di là dei confini. Così il Brut adesso è anche Passerina: da questo vitigno a bacca bianca autoctono, Velenosi ha ricavato un perlage fine, grasso, con note gusto-olfattive che vanno dal glicine all’albicocca, lasciando al palato una sensazione di morbidezza e freschezza che invitano all’assaggio seguente. Potete gustare il Brut Velenosi semplicemente come aperitivo, o abbinato a salumi o alla cucina di pesce in generale. Il Passerina, questa uva si chiama così per la forma alata del suo grappolo, viene proposto da Angela anche nella versione Igt: un vino Mediterraneo, vi si ritrovano note agrumate, con delicate suadenze di limone, e fruttate, di pesca soprattutto, unite fra loro da freschezza e acidità salivanti.

E’ un vino delicatamente caldo, come nella femminilità di chi l’ ha concepito prima nell’animo, poi nella mente e infine in cantina. Potremmo continuare a lungo a raccontare i vini di Angela Velenosi, ma molto meglio è berli e ci limitiamo a darvi solo qualche suggerimento, speculando proprio sul sottofondo tutto femminile di certe bottiglie che liberano suadenze di qualità: così la fruttata persistenza con delicati sentori di mela e piacevole retrogusto amarognolo del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico “Quercia antica”, che in questa generosa stagione di funghi fareste bene ad abbinare ad un piatto di tagliatelle ai porcini così come a un arrosto di pesce importante; o ancora l’eleganza esplosiva del Pecorino Igt, di bella acidità, carico di profumi di fiori bianchi, ananas e mango, con intriganti venature balsamiche, ottimo con salumi, anche di stagionatura importante, e pesci di stazza; o infine i sentori vanigliati e di frutti di bosco del “Brecciarolo”, Rosso Piceno Superiore di lunga persistenza e intensità che abbinerete a tagliate di Marchigiana o selvaggina vera per un abbinamento sanguinoso e rinascimentale.
Il Falerio, questo storico e dimenticato vitigno del Piceno, ritrova una sua dignità grazie anche a Marilena e Paola Cocci Grifoni, che nella cantina di Ripatransone lo propongono in una doppia versione semplice e pura, ovviamente doc: il Falerio tradizionale e il vigneti San Basso, da uve Passerina, Pecorino, Verdicchio e Trebbiano toscano. Vini freschi, di bella acidità e intensità gusto-olfattiva, di buon equilibrio e facile beva, da abbinare a tutta la cucina di pesce marchigiana, in assenza di pomodoro. Vini da bere. Ma come in tutte le cantine al femminile, anche in questa la gentilezza è venata di note energiche e segnata dalla ricerca del carattere e delle proprie radici.

Il Grifone Offida rosso nasce proprio da questa premessa: catturare l’energia del territorio e infilarla in bottiglia. Montepulciano e Cabernet Sauvignon conferiscono a questo vino proprietà organolettiche importanti: tannini morbidi, persistenza aromatica nel segno dei frutti di bosco maturi (dodici mesi di legno di rovere di Slavonia e invecchiamento in tonneaux) e di sensazioni erbacee che ne consigliano l’abbinamento con carni rosse, arrosti importanti e cacciagione possibilmente non di allevamento. Ma è forse il Rosso Piceno superiore l’abito più elegante che vestono Paola e Marilena: il “Vigna Messieri”, da uve di Montepulciano e Sangiovese, ha una raffinatezza internazionale e non ci si meravigli se talvolta fiere viene preferito al più celebre Brunello di Montalcino, rispetto al quale propone un rapporto qualità prezzo migliore. E’ la bellezza delle donne, e del vino, marchigiano.
Carla Fiorini da Barchi (foto a fianco) è una contessa. Sta al vino come i fiori di campo alla vigna, nel senso che lo respira e si fa respirare da esso, salvo ritrarsi quando deve parlarne. Anche in questo caso, meglio bere per conoscere. Così scoprirete quanto e come la casa di Barchi sia cresciuta negli anni seguendo le orme del papà Valentino che coltiva il valore della terra, prima che essa.

Carla ha ereditato ed etichettato questo principio. Il “Campioli” è stato il «primo» Bianchello del Metauro a indorare i ristoranti con le proprie qualità: impatto olfattivo intenso di fiori bianchi, assaggio caldo e persistente con sensazioni di mela e frutta matura, giusta gradazione, freschezza, finezza, versatilità negli abbinamenti, dalle carni bianche, al pesce, ai formaggi. Tra i rossi, il Barthis negli anni ha trovato una veste giovane e accattivante e si è subito imposto al mercato per la sua piacevolezza immediata e niente affatto scontata: la ruvidità del Sangiovese è compensata dalla dolcezza del Montepulciano e impreziosita dall’aromaticità del Cabernet Sauvignon, per un assaggio vinoso e gradevole. Il Sangiovese “Luigi Fiorini” è il vino in cui si specchia meglio il carattere di Carla: ha l’energia della terra e la finezza del tempo, l’intimità della cantina e l’espansione del cielo. E’equilibrato, intenso, persistente, morbido, ha tannini eleganti e una personalità distinta. Carla crede di avere domato il suo Sangiovese, ma ciò è avvenuto giusto il tempo della lavorazione e dell’imbottigliamento. Al palato ha un’armonia femminile, indomabile.

foto by http://www.flickr.com/photos/richardgekko/