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Il vero e il falso chic in mostra alla Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna
Notizia pubblicata il 02 marzo 2010
Categoria notizia : Eventi
LA MOSTRA Tra cronaca, satira e costume. All’Archiginnasio fino al 10 aprile Dame tra buono e cattivo gusto Vezzi ed eccessi della moda nelle riviste della Belle Epoque
Il cattivo gusto non ha età. Come quello buono, d’altron - de, anche se è sul cattivo - ammettiamolo - che lo sguardo indugia più spesso. Divertendosi, tra l’altro. E si sarà sicuramente divertito un sacco Georges Goursat - in arte Sem - il disegnatore francese che nel 1914 tentò di lanciare a Parigi una rivista fatta in proprio - Le vrai et le faux chic, cioè “Il vero e il falso chic” - nella quale sperava di pubblicare tutti i disegni che negli anni gli erano rimasti “di riserva”, scorrendo, attraverso il suo pennino ironico, i più eccentrici eccessi raggiunti dal gentil sesso nel tentativo di emulare le finezze stilistiche d’Oltralpe.
Ma la Prima Guerra Mondiale buttò all’ar ia, oltre ai progetti di Sem, tutta la cosiddetta Belle Epoque, e di quella rivista - di appena una ventina di pagine - rimase solo il primo numero. Che oggi fa parte dello sterminato patrimonio della Biblioteca dell’Ar - chiginnasio e che, proprio all’interno dell’antica istituzione bolognese, ha suggerito un originale percorso di ricerca sulla rappresentazione delle donne nelle riviste di moda e costume della Belle Epoque. Così è nata Le vrai e le faux chic, la mostra allestino fino al 10 aprile alla biblioteca dell’Ar - chiginnasio e che racconta l’evoluzione della figura femminile tra la metà del XIX secolo e l’inizio della prima guerra mondiale, visto attraverso gli occhi degli album e delle riviste del tempo.
Una trentina di immagini, dai figurini di moda, realizzati con la tecnica litografica, passando per la xilografia in bianco e nero, fino alle fotografie accompagnate da oggetti come ventagli, spille, borselli dell’epoca. «I periodici sono un mezzo per riflettere sul ruolo femminile della donna, tra l’800 e il ‘900. Vediamo ad esempio come si passa dalla crinolina delle donne bambole, all’eleganza più sciolta di una donna che esce di casa, per fare sport», ha spiegato Sandra Saccone, che insieme a Valeria Roncuzzi ha curato l’esposizio - ne. E d’altronde solo nel lasso di tempo definito Belle Epoque - cioè dal 1860 al 1914 circa - solo a Milano nacquero settacinque nuove riviste di moda, un dato che dà ragione sicuramente del considerevole sviluppo tecnologico dell’industria editoriale in quegli anni, ma che soprattutto traccia il profilo di quella borghesia arricchita de ll’Italia post-unitaria che in quelle pagine si muoveva a caccia di modelli comportamentali ed estetici da imitare.
Nelle teche della mostra (tutti i pezzi appartengono al patrimonio dell’Archiginnasio) si articola un percorso cronologico che dalle gonne a balze della regina Eugenia - raccontate in acquerello - conduce fino ai dissacranti bozzetti di Sem, passando attraverso Le Figaro Illustrée (l’analogo della nostra Domenica del Corriere) e le riviste “per famiglie”, che in quegli anni - assieme ai figurini - pubblicavano i primi cartamodelli, così da conciliare la “mo - da” con la “cultura del fare” del - le donne domestiche. L’iniziati - va, naturalmente, sfrutta la coincidenza con i festeggiamenti dell’8 marzo: proprio nella giornata della festa della donna, infatti, si terrà alle 17 la prima visita guidata.