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IL CENTRO della cittadina nasconde un apprezzato Museo delle Culture Umane e del Delta del Po

Notizia pubblicata il 19 agosto 2009



Categoria notizia : Cultura


Al proprio interno è organizzata una sezione dedicata alla navigazione antica attraverso la mostra del prezioso carico commerciale ritrovato nel 1981 in una nave di epoca romana naufragata non molto tempo dopo il 12 a.c. nelle acque del Delta del Po.

Serve per conoscere anche alcuni aspetti della vita di bordo di quella che è da considerarsi a tutti gli effetti una nave per la navigazione di piccolo cabotaggio e in acque interne. Probabilmente era una delle navi che andavano lungo i rami del fiume e le fosse fra le zone paludose del suo delta a commerciare ciò che serviva alle popolazioni che vivevano attorno all’antico porto di Spina nel I° secolo a.c.

Di qui passavano le carovane che muovevano dalla ricca colonia greca e metropoli etrusca: dirette verso l’entroterra, scambiavano ambra, marmo, ferro, con vasi greci, piombo e oro che arrivavano via mare. È difficile stabilire come la nave possa essere naufragata e da dove sia arrivata, anche se lo scafo sembra essere un archetipo di quelle imbarcazioni che per le loro linee d’acqua possono ritenersi ben inserite nella cultura e nelle manovre della navigazione padana e del delta.

La nave con il suo carico di anfore, custodiva nella stiva lingotti di piombo spagnolo, forse olio istriano, vino greco, vasellame nord-italico da mensa, vasellame da cucina e tempietti votivi. Numerosi sono i sacchi, i cesti e le sporte, le stuoie di varia forma, gli indumenti di cuoio, i contenitori in pellame, le calzature e le cassette di legno. Insomma uno spaccato di un carico che serve anche a determinare quale erano gli acquisti della popolazione che stava attorno a Comacchio che presumibilmente proprio in quel periodo organizzava il proprio insediamento umano.

IL RELITTO della nave è stato ritrovato in un luogo a ridosso di una spiaggia prossima a una foce fluviale. Un canale navigabile congiunge Comacchio al mare, che dista ormai cinque chilometri. Quando la nave è stata ritrovata alle porte di Comacchio è stata battezzata con il nome ‘Fortuna Maris’ anche se ormai il mare è lontano. Il Museo della Nave Romana offre una panoramica completa dell’ambiente deltizio e della vita in nave attraverso il recupero di attrezzature di bordo come bozzelli, mazzuoli, ascia e pialla e gli utensili della cambusa, delle ceramiche, degli svariati oggetti come a una stadera per la vendita al dettaglio della merce e piccoli calamai di bronzo impiegati forse per le registrazioni delle vendite e degli incassi.

Ciò che propone la visita al museo di Comacchio, è una possibile rilettura della vita di un territorio e di un tratto di mare sottomesso ai Romani. Luoghi in cui le abitazioni erano edificate con legno, consolidate con argilla e canna palustre fino al 1600. Al Museo manca soltanto, e non è poco, il relitto dell’imbarcazione il cui restauro è ufficialmente in atto nel magazzino accanto e non visibile al pubblico.

foto by http://www.flickr.com/photos/zunardu/