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Igort sotto il Baobab

Notizia pubblicata il 19 settembre 2008



Categoria notizia : Spettacoli


ORMAI da dieci anni residente a Parigi, da quando ha lasciato definitivamente l'appartamento bolognese, Igort, al secolo Igor Tuveri, illustratore internazionalmente conosciuto o forse meglio, artista senza confini, a Bologna ci capita però spesso. 

E alcune volte per costruire begli eventi che riguardano il suo lavoro. Come fu due anni fa al Ta Matete. In questi giorni Igort é di nuovo in città  perchè domani alle 18 s'inaugura alla galleria Forni di via Farini 26 Baobab e altre versioni, mostra di tavole originali e acquerelli inediti. Più di 50 opere ispirate al romanzo grafico Baobab, per omaggiare gli artisti meticci, personalità  che si sono espresse attraverso vari linguaggi. Proprio come Igort che fin dall'inizio del suo percorso non é mai stato solo una cosa, preferendo invece lo sconfinamento nel mondo della musica, della radio, della scrittura, dell'editoria (nel 2000 ha fondato Coconino Press) e anche del cinema. Ha appena finito di scrivere la sceneggiatura del suo romanzo a fumetti 5 é il numero perfetto che dovrebbe diventare un film ed é già  sulla scrittura di un'altra storia cinematografica.

ADORANDO gli attraversamenti culturali, ha naturalmente pensato di arricchire questa inaugurazione con un reading: la sua voce introdurrà  il pubblico nel mondo fantastico del fumetto d'autore con la lettura di Baobab, l'età  dei sogni, già  arrivato al terzo volume. « Baobab – racconta Igort, che proprio nella mattinata ha finito di dipingere due nuovi acquerelli – é un lungo affresco sul sogno dell'arte e un omaggio agli artisti meticci che non si sono fissati su una sola visione. Troverete anche omaggi ironici come quello a Piki, ovvero Picasso. un grande pittore che ha prodotto una grande quantità  di cose brutte perchè gli piaceva comunicare e non arretrava, non aveva vergogna. Dipingeva i tori... come se io mi mettessi a fare mandolini...».

Che poi in verità  Igort, nel suo passato musicale con Maccaroni Circus e nei panni di Mr. Tarantella, ai mandolini si era ben avvicinato. « Io ascrivo Picasso tra gli artisti di fumetti perchè lui si era già  posto il problema della riproducibilità  delle sue opere, ad esempio». Cita anche Pasolini «che ha molto usato l'attraversamento» e Lautrec. «Per me – dice – questi sono fratelli, zii, la mia famiglia e quindi penso sempre che non devo pormi limiti e che non é necessario essere canonici».

LA MOSTRA é nata durante i vari viaggi che Igort ha fatto a Bologna. Montando e rismontando la mostra « perchè il lavoro non é mai finito finchè non ci si confronta con lo spazio». E' una mostra che l'ha fatto riflettere tutta l'estate ma di cui pare davvero soddisfatto. In buona parte anche per via della location e delle scelte. «Soprattutto quando si parla di fumetto che é stato sì sdoganato dai musei ma in fondo é sempre la cenerentola dell'arte e lo si dimentica facilmente. Qui invece ci sono libri, si possono pensare cose in maniera libera».

NEL FUTURO di Igort, le cui coordinate già  sono tracciate, ci sono ancora tanti progetti. Tra cui un romanzo per Mondadori, Argento, che non avrà  disegni e che si intreccerà  attraverso 350 pagine, con la storia di Baobab. Ma nessun ritorno a Bologna. Lui é ormai parigino anche se la sua visione di Bologna é ottimista. «Mi sembra un momento bello, dieci anni fa sono scappato perchè la trovavo imbolsita. Ho lasciato la mia casa e ora mi sento apolide. Ma mi pare che adesso le cose si possano fare».

foto by http://www.flickr.com/photos/kiki99