Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

I Liceali E la Lotta Di Classe

Notizia pubblicata il 26 novembre 2009



Categoria notizia : Spettacoli


L'ultima puntata della serie di Canale 5 girata al Mamiani, ora in autogestione, fa sobbalzare il ministro del Pdl Gasparri: ' E' una fiction comunista'. Altri tempi quelli de ' I ragazzi della Terza C'...

L'aula come set, i banchi, le materie ed i professori, la scenografia attraverso cui si muove la trama. E poi gli alunni, le loro storie. E ora anche i politici. Prendi il capogruppo al senato, Maurizio Gasparri, ad esempio: «I liceali? Una fiction comunista.
Anzi, l'ultima puntata della serie è addirittura criptocomunista ». Nel senso che il luogocomunismo di fondo c'è, ma non si vede. Solo un colonnello che sa tenere la disciplina come Gasparri ha potuto accorgersene. Insomma, scuole, fiction e attacchi. Ma anche difesa. «Le fiction non sono nè di destra, nè di sinistra» replica il produttore della Taodue Pietro Valsecchi. Che poi aggiunge un asterisco sull'accusa di qualunquismo. «La fiction è qualunquista come lo è la realtà in cui
viviamo, certe ideologie sono superate».
MEGLIO "I RAGAZZI della terza C", con il mitico Bruno Sacchi, interpretato da Fabrizio Bracconieri, colonna insieme a Rita Dalla Chiesa di "Forum". Meglio, inteso come anni, forse (gli Ottanta) e come essenza della serie: goliardia pura e il pensiero fisso alle ragazze. Nessuna pretesa di strizzare l'occhio alla politica. Evviva la scuola, dunque. Non solo in televisione ma anche al cinema. Anche perchè i successi planetari di pellicole come "Notte prima degli esami", primo e secondo episodio,
o "Compagni di scuola" di Carlo Verdone, evidenziano la fertilità dell'argomento. Tema scolastico che come la plastilina può essere modellato ad arte. Maneggiato e riciclato fino a farlo diventare un 'blockbuster'. Che piace soprattutto ai pubblicitari.
In Italia, o all'estero, la storia ambientata in un liceo fa scuola. Nel senso di consenso e cifra stilistica della messa in onda Emblematico, il caso di Beverly Hills 90210. Serie cult degli anni Novanta che in qualche maniera segna l'inizio di una nuova era televisiva: quella dedicata agli adolescenti. Teen Filosophy, potremo definirla. Ovvero, le storie dei teenager: dalla scuola agli amori attraversando i loro disagi: alcol e droga compresi. In questo "Beverly Hills 90210" fu antesignano e precursore di un nuovo modo di raccontare la realtà della generazione di quelli che devono ancora scegliere e rispondere alla domanda: 'ma da grande cosa voglio fare?'. Interrogativo che piace di più a registi e produttori ma soprattutto agli inserzionisti. Al mercato pubblicitario.
E scorrendo alcuni numeri del gradimento di questo tipo di fiction si scopre che il carrello degli spot fa a gara per entrare dentro questo tipo di produzione. Dal commerciale al televisivo o cinematografico poco importa. Anche perchè a volte la realtà supera la fiction (Gasparri docet). E così vale anche il canone inverso: chi dai banchi di scuola registra e filma la professoressa in un momento di relax mettendola poi su YouTube. Stavolta non è finzione ma realtà. Nuda. E se dunque 'I ragazzi della terza C', appena entrava in aula il professore si alzavano in piedi, ora i docenti sperano di non ritrovarsi sui social-net-work ripresi in qualche "fuori onda" che prima sarebbe rimasto all'interno del liceo di turno. Ma, forse, questa è un'altra storia.
Tremendamente attuale