Un hotel della cultura a Santa Ripa Il progetto c’è, i 30 milioni no. L’ambiziosa idea parte da Roma. Come al solito mancano i fondi
Notizia pubblicata il 09 marzo 2009
Categoria notizia : Cultura
POCO meno di trenta milioni di euro. 29,2 stando ai numeri. Questa la cifra che secondo i progettisti servirebbe per costruire un hotel dove ora sorge l’oramai inutilizzata Caserma Monti, in via della Ripa.
L’idea di recuperare e restaurare castelli, ex caserme, fabbriche dismesse, ospedali ed ex carceri rientra nel progetto ‘Hotel della cultura’, presentato l’altro giorno a Roma su iniziativa di Civita e Ance, con il sostegno di Arcus, Unicredit e Federalberghi. L’immobile romagnolo, insieme alla Cavallerizza Reale a Torino, a Villa Favorita a Ercolano e al collegio dei Gesuiti a Noto figura tra i progetti pilota. L’architetto Levino Petrosemolo di Asset, società che ha fornito supporto tecnico al progetto, spiega come «la proprietà della Caserma Monti (che è del demanio, ndr) resterebbe pubblica.
Puntiamo, in tutti e quattro i casi, ad un sistema attraverso il quale il privato che investe ottenga l’immobile in concessione per un periodo di 30-40 anni. E che recuperi poi la somma spesa attraverso la gestione dell’hotel». Il punto è proprio questo: vallo a trovare, con questi chiari di luna, un privato che voglia sborsare 30 milioni di euro. L’obiettivo è infatti ambizioso. Su una superficie di 9.045 metri quadrati dovrebbe nascere un hotel di categoria 3 stelle superiore (con 290 posti letto), con tutti gli annessi ed i connessi del caso: ristorante, hall, sala colazioni via via fino (su un intero lato del chiostro, che fa parte del complesso di via della Ripa) a laboratori ‘Open art’ da 226 metri quadrati, «dove artisti di fama ed emergenti troverebbero condizioni favorevoli per operare ed allo stesso tempo esporre le loro installazioni permanenti». Il chiostro poi tornerebbe ad essere «il cuore del complesso. In prossimità della hall ed in continuità con i locali del lunch bar è stato pensato uno spazio per degustazioni e promozione dei prodotti enogastronomici».
Completano il quadro una sala per eventi culturali e una biblioteca. All’oscuro del progetto si sono detti Comune e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Il motivo è semplice: i progettisti hanno avuto rapporti con i funzionari dell’Agenzia del demanio. Lo studio di fattibilità di Asset ha tenuto conto dei movimenti turistici a Forlì e Cesena, dove (confrontando il 2006 con il 2007) gli arrivi sono cresciuti del 15% e le presenze del 16,2%, oltre alla vicinanza con il Parco delle Foreste Casentinesi e alle mostre, di valore nazionale, che la nostra città ha (e sta) ospitando. Basterà per staccare un assegno da 30 milioni di euro?
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