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Il sogno a fumetti di Vasco Rossi

Notizia pubblicata il 10 giugno 2010



Categoria notizia : Spettacoli


Racconta, sotto metafora, la condizione in cui versa la nostra società contemporanea. Se Vasco Rossi fa un sogno, per quanto un sogno a fumetti, c’è un editore pronto a pubblicarlo subito. Per cui, non stupisce trovare nel giro di niente il cantante-cantautore di Zocca, con una raccolta di inediti nelle edicole, poi nelle televisioni e nelle oramai sparute rivendite di cd musicali originali come in quelle di mp3 sul web per il suo ultimo singolo Ho fatto un sogno, travasato anche in un cortometraggio e in un graphic novel.

Sia chiaro, niente da eccepire sul come il Blasco si stia muovendo, perché in Italia oramai solo chi ha una immagine riconoscibile e solida, oltre a un folto seguito di pubblico, può pensare di trovar modo di esporre le proprie idee.
Quindi vivaddio che la nostra icona rock voglia raccontare, sotto metafora, la condizione in cui versa la nostra società contemporanea. Questo il compito affidato all’imma gine coordinata della canzone, di
cui il romanzo a fumetti Ho fatto un sogno (Rizzoli-Lizard, pp. 128, 14,90 euro) è parte integrante e a cui abbiamo poco da rimproverare, se non la mancanza di un maggiore coraggio nel distaccarsi dalla nave madre della canzone a favore di una narrazione più convinta.
Insomma, se questo romanzo grafico cade nella parte finale per troppa fretta di chudere, quasi ci si voglia liberare quanto prima dell’immagine a fumetti di Vasco perché troppo difficile da gestire, la storia nel suo complesso regge. Regge sia che la si legga comemetafora di quanto viviamo oggi – quando rappresenta una dittatura mediatica che ha cancellato (forse a colpi di leggi blindate) la libertà di essere sé stessi obbligando a una felicità fittizia e vietando oggi dissidenza, compresa quella musicale – sia che la si consideri solo un romanzo di fantapolitica con aperti rimandi al bradburyano Fahrenheit 451 o al 1984 di Gorge Orwell.
Costruito da un team affiatato quasi tutto bolognese, in cui spiccano la sceneggiatura (un po’ meno i dialoghi) di Barbara Roganti e Francesco Merini e il tratto stilizzato di Rosanna Mezzanotte, Ho fatto un sogno svolge maledettamente bene il suo duplice compito: essere veicolo commerciale di una visione possibile del nostro futuro, quello che ci attende girato l’angolo.