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Quando il mito diventa un'ossessione

Notizia pubblicata il 22 aprile 2008



Categoria notizia : Spettacoli


DOPO AVER PORTATO a termine il progetto triennale legato al romanzo Ada di Nabokov, la compagnia Fanny & Alexander, diretta da Luigi de Angelis e Chiara Lagani, presenta Heliogabalus (stasera alle 21 all'Arena del Sole di Bologna), uno spettacolo che rimette in questione il linguaggio corporeo affrontando la relazione di un adolescente con il mito, che egli tenta disperatamente di incarnare.

Eliogabalo era l'imperatore romano ancora adolescente che sostituì Giove con il culto del dio sole Elagabal, di cui adorava la pietra nera, il betyl. Il progetto si completa con lo spettacolo HIM. If the wizard is a wizard you will see… regia di Luigi De Angelis, con Marco Cavalcoli, drammaturgia di Chiara Lagani, in scena domani e giovedì alle 21 ai Laboratori DMS e con Se non la realtà  incontro, a ingresso libero, con Fanny & Alexander giovedì alle 17 sempre ai Laboratori DMS.

«L'idea originaria - afferma Luigi de Angelis - é stata quella di lavorare sul "corpo" e sullo "stare", riferendoci in particolare alla figura di un adolescente che si trova nel suo luogo sacro per eccellenza: la propria "stanzetta". Non ci interessava mettere in scena il mito, piuttosto volevamo riflettere sullo sguardo dell'adolescente e sul problema identitario». Nella versione di Fanny & Alexander, Eliogabalo non vive in età  imperiale ma abita nell'oggi: la sua mitomania consiste nel vestire il proprio corpo, un corpo ermafrodite, con dei segni che derivano dalla cronaca. La sua aspirazione non é l'identificazione con l'imperatore Heliogabalus vissuto nel 218 d.C. ma con il papa e la conquista del Vaticano gli serve per annunciare al mondo intero la nuova religione e una nuova mistica del corpo.

HELIOGABALUS é interpretato in scena da tre attori-danzatori. Con una falsa corona sulla testa o traballando impetuosamente su un paio di sci, il giovane imperatore appare al centro della scena come un'immagine abbagliante dalla bellezza incomprensibile. I suoi discorsi sono inintelligibili: le lingue impossibili "parlate" nello spettacolo sono liberamente tratte o ispirate ad alcune lingue impossibili letterarie e/o storiche: dalla tiptostenografia dell'uomo Tommy (Nuove rivelazioni della psiche umana. L'uomo di Mannheim di Tommaso Landolfi) al Solresol di Jean Franà§ois Sudre. 

(foto di http://www.flickr.com/photos/iabo77)