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Reni val bene un fumetto La vita del pittore in un libro illustrato

Notizia pubblicata il 03 dicembre 2008



Categoria notizia : Cultura


ECCOLO QUA il genio e la sregolatezza, il Reni divino pittore di adorazioni dei pastori e stragi degli innocenti, e il Guido che di notte si ingaglioffisce tra osterie, bische e compagnie postribolari. Ecco, nella sua drammatica interezza, Guido Reni, che al tempo della storica mostra bolognese del 1954, Carlo Ludovico Ragghianti definiva «un artista rimasto, oltre ogni bravura di dottrina e di prove, trepidamente adolescente».

Se il famoso critico aveva ragione, se in Guido, c’è come un pendolo curioso, mai soddisfatto, eternamente giovanile, che si muove tra Caravaggio e i Carracci di cui frequentò la bottega, egli è davvero un tipo da romanzo. Adolescenziale, giovanile, lacerato dal conflitto tra la purezza del genio e l’oscurità del peccato, anche quando l’uomo morto nel 1642 a 67 anni, adolescente non era più. E perché un romanzo, il romanzo di una vita drammatica, non si può cercare di raccontarlo in un volume a fumetti, come Guido Reni. Un’intervista possibile (BUP), illustrato da Octavia Monaco su testi di Graziano Campanini, che oggi alle 17,30 si presenta nell’Oratorio di Santa Maria della Vita, con un saluto di Fabio Roversi Monaco e un intervento di Eugenio Riccomini?
PROTAGONISTI del colloquio (i due si conobbero davvero) sono dunque Guido e lo storico dell’arte, Carlo Cesare Malvasia, autore di un libro, Felsina pittrice, in cui si specchia l’arte bolognese dell’epoca. Confessa il pittore: «Ogni mattino dopo la preghiera passo davanti a Santa Maria della Vita, guardo di sfuggita l’opera di Niccolò dell’Arca; ogni giorno di più mi entrano nel cuore e nelle membra quelle Marie così sterminatamente piangenti» (lo studio di Guido, recuperato dalla Fondazione Carisbo come Santa Maria della Vita, era a un passo, nel Palazzo dei Banchi). E via via si snoda il racconto di un’esistenza: il padre direttore del coro di San Petronio, Roma, Napoli, la ‘Pala dei mendicanti’. E sotto a tutto, costante, il demone della dissipazione e del vizio, i debiti, la depressione degli ultimi anni, angeli e santi ritratti con l’occhio ai facchini di Piazza delle Erbe.
PER QUESTO il volume, con le sue scene e le sue figurine lievi, come ritagliate sulla carta, è per i giovani. Perché imparino che l’arte di Guido non è una nube rosa ma passione estrema, crudele. Proprio come per i grandi moderni.
c. su.

foto di http://www.flickr.com/photos/