Mostra di Guerrino Tramonti
Notizia pubblicata il 25 ottobre 2007
Categoria notizia : Cultura
IL MUSEO delle Generazioni Italiane del '900 fondato da Giulio Bargellini a Pieve di Cento ha celebrato con una bella mostra quarant'anni di produzione artistica di Guerrino Tramonti, il pittore e ceramista faentino scomparso nei primi anni Novanta che ha regalato all'arte italiana, e internazionale, opere d'intensa creatività .
Quel "matissiano" di Tramonti
NATO A FAENZA nel 1915, si fa largo nel difficile mondo dell'arte fin da giovanissimo come scultore in mostre regionali e nazionali arrivando a conquistare numerosi premi. E' in queste circostanze e in molte successive che lo abbiamo conosciuto e, poi, apprezzato. Ed é quindi un piacere riscoprire oggi la sua produzione artistica attraverso il catalogo del Magi.
Di Tramonti il critico Andrea Emiliani, in occasione di una mostra antologica tenutasi a Bologna nel 1994, scrisse: «E' raro vedere come tecnica e capacità possano convivere prima in un ardore creativo e poi ricomporsi come fossero la stessa cosa...». Condividiamo questo giudizio, aggiungendovi alcune nostre suggestioni. Tramonti é stato, anzitutto, un "matissiano" puro. Ha voluto trasmetterci attraverso i suoi quadri e, soprattutto, le ceramiche, lo stile Fauve, caratterizzato da un uso prevalente del colore della percezione visiva e dei contrasti cromatici.
DELLA PRODUZIONE di Tramonti ci piace ricordare soprattutto quella ceramica, perchè é in questa che l'artista faentino immette meglio e di più la sua indole "anarchica", la sua carica eversiva sebbene misurata e mai violenta. In alcune terracotte del '63 e del '64 inserisce frasi "manifesto" della sua protesta politico-culturale: «Mi vergogno di essere faentino in questa democrazia di arroganti», «Faenza che Lamon bagna, la gente più ignorante di Romagna», «Chiedo asilo politico culturale anche ad un paese del terzo mondo».
Enunciazioni di un malessere e di un contrasto anche con la sua terra di origine che l'artista scaglia come sassi dall'opera d'arte, evidentemente acceso da contrasti tutto interni la sua epoca: i tormentati e affascinanti anni '60.
Da molti considerato un artista aristocratico ma ribelle, per il suo rapporto con la realtà sociale e civile, e lo stesso mondo dell'arte, Tramonti lascia una fondamentale eredità nella ricerca tra colore e rappresentazione, una visione essenziale della lettura e della percezione dell'oggetto che lo ha reso unico ed amato.