Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Il gruppo Sodifer, che comprende anche Labora, non trova gli spazi per crescere

Notizia pubblicata il 11 ottobre 2007



Categoria notizia : Cultura


E' VOLATO in alto, molto in alto quell'aereo che per anni appeso ad un palo sulla Circonvallazione ha rappresentato quasi un faro stradale.

Oggi il vecchio F84F, simbolo della Labora, si libra a quattro metri da terra lungo la via Emilia. E' l'immagine di un colosso sconosciuto ai più: dietro quella ferramenta si nasconde l'impero di Giancarlo Bonori, 78 anni, bolognese di nascita, ma riminese da 44 anni, 60 milioni di fatturato all'anno divisi con i figli e nessuna voglia di andare in pensione ("Si sta meglio in albergo..." ci scherza su).

IL SUO GRUPPO che comprende anche Ferramenta srl e Sodifer fornisce articoli e attrezzatura specialistiche o per piccolo bricolage a colossi come Castorama o a vari iper lungo lo Stivale oggi é sparso fra Rimini e Santarcangelo su 4 sedi e circa 13mila metri quadrati: "Ma non é mica giusto che i dipendenti debbabbano bagnarsi quando piove o prendere freddo in inverno...".

 

E così torniamo al "caso Celli", la cui intervista ha dato lo spunto a Bonori per rompere il silenzio.

"Da cinque anni - afferma - cerchiamo un'area su cui costruire 20mila metri quadrati di magazzini e uffici, ma le uniche proposte ricevute sono in provincia di Forlì o di Bologna dove é facile trovare insediamenti idonei e a costi sensibilmente più accessibili rispetto alle cifre che corrono a Rimini.

Ma onestamente, posso chiedere a 130 persone di cambiare residenza o di percorrere tutti i giorni decine di chilometri per mantenere un meritato e soddisfacente lavoro? Evidentemente no".

"Posso invece chiedere alle autorità  della provincia di Rimini di non tenere in evidenza solo i problemi del turismo, ma anche degli altri settori economici che non sono un'appendice insignificante per l'economia riminese. Posso in oltre chiedere ai sindacati di dare il loro contributo perché il rinnovarsi delle imprese ed il loro incremento comportano maggiore occupazione e migliore sistema di vita".
Qual é la sua proposta?
"A Rimini abbiamo un esempio pratico, che tutti ci invidiano e che mi vide pioniere assieme ad altri 33 imprenditori e la stessa amministrazione comunale: il Gros. Questo centro fu realizzato negli anni '70 quando il sindaco Pagliarani delegò l'assessore lorenzo Cagnoni a condurre il progetto che venne realizzato e successivamente ampliato dando a Rimini una struttura ancora validissima 30 anni dopo. Del Gros hanno beneficiato gli imprenditori divenuti più competitivi, l'amministrazione comunale che ha allontanato il traffico dal centro, i lavoratori che operano in ambienti sani e sicuri. Anche se politicamente non siamo sullo stesso fronte, di Cagnoni ho un ricordo bellissimo per quello che riuscì a realizzare in tempi brevi e costi ragionevoli. Allora pagammo la terra più del prezzo agricolo, mi sembra 25mila lire al metro contro 15. Ma non erano certo agli eccessi di oggi dove la differenza é di cinque volte e più.Una della nostre aziende é nata proprio al Gros nel 1988 in un magazzeno di mille metri.."

E oggi dove siete finiti?

"Nel 1995 non trovando una superficie idonea a Rimini ci siamo trasferiti a Santarcangelo su una superficie di 3500 metri incrementata poi nel 2000 con altri 2500, ma ora insufficienti, per l'azienda e per i lavoratori. Gia allora il trasferimento comportò sacrifici per i dipendenti che allora erano 15 e oggi sono 37. Collaboratori bravi ed efficienti che amano il loro lavorro. Come posso chiedere loro di trasferirsi a Forlì o Bologna? Lei parla di porte aperte, in che senso?

"Nel senso che il Comune di Savignano mi ha proposto un'area molto interessante, sui 50mila metri quadrati, cioé quello che mi serve, ad un prezzo del 45% inferiore a quello del 'triangolone' di Rimini nord."

Il 45 per cento non é poco...
"C'é all'opera una fortissima speculazione sulle aree artigianali. Singoli o società  si sono accaparrati i terreni fiutando l'affare. Non voglio dire che ci sia qualcosa di scorretto, ma se si lasciano le imprese in balia della speculazione l'unica alternativa é la fuga".
Lei ha una ricetta?

"Sì é l'ho personalmente esposta al sindaco Ravaioli durante un incontro. Gli dissi: 'Il comune compra un milione di metri quadrati di terreno agricolo, li trasforma in produttivo e con gli oneri di urbanizzazione realizza strade, scuole e asili per anni. Bisogna ricreare quella spinta e quello spirito di squadra che 30 anni fa realizzò il Gros. O addio Rimini".