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Se il suono rievoca i colori della Passione Il Quartetto della Scala per Grünewald

Notizia pubblicata il 20 novembre 2008



Categoria notizia : Eventi


LA PITTURA visionaria di Mathias Grünewald accostata, non casualmente, alla musica sublimemente rarefatta di Franz Joseph Haydn, ovvero due polittici, uno fatto di colori, l’altro di suoni, che evocano, con intima tragicità, la Passione di Cristo.
Le Arti si incontrano e dialogano tra loro, per raccontare il divino e l’umano, in occasione della presentazione de I Misteri dell’Altare di Isenheim, organizzata dal Centro della Voce dell’Università, questa sera, alle 20.30, nella Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano (Strada Maggiore 4).

Alla lectio magistralis di Giovanni Reale, filosofo e docente universitario, intitolata La bellezza e il mistero della sofferenza e incentrata sul capolavoro del celebre pittore tedesco del ‘500, faranno seguito la proiezione del film Apparizioni Mathias Grünewald di Elisabetta Sgarbi (la regista ha pubblicato con Reale il cofanetto, libro più dvd, intitolato I Misteri di Grünewald e dell’Altare di Isenheim, edito da Bompiani) e l’esecuzione de Le sette parole del Redentore sulla Croce di Haydn, interpretate dal Quartetto della Scala (Francesco Manara e Pierangelo Negri, violini; Simonide Braconi, viola; Massimo Polidori, violoncello).

Maestro Polidori, il vostro quartetto è formato dalle prime parti dell’Orchestra della Scala e quindi avete eseguito il brano di Haydn sia nella versione orchestrale, diretti da Riccardo Muti, sia in quella cameristica...
«Il brano di Haydn è costituito da un’Introduzione, Sette Sonate - per lo più Larghi, Lenti e Gravi - ed un Terremoto – Presto e con tutta la forza - , a ricordo del catastrofico evento citato nel Vangelo di Matteo, che sarebbe avvenuto sul Calvario dopo la Crocifissione di Gesù. Muti considerava Le Sette Parole un pezzo difficilissimo da eseguire, tanto che fu uno brani che abbiamo provato di più. La versione per quartetto, successiva a quella per orchestra, è molto più intima e consente di dedicarsi maggiormente al virtuosismo timbrico».

É un lavoro fortemente descrittivo...
«Assolutamente ed è anche uno dei primi esempi in tal senso. Oltre alla lettura delle parole pronunciate da Cristo, che nell’esecuzione precede la musica e, in qualche modo, la anticipa, vi è, ad esempio, una costante presenza di note ribattute, come a voler sottolineare i colpi e le percosse ricevuti da Gesù durante la Passione, mentre nella Seconda Sonata è addirittura rievocato lo stillare delle lacrime, attraverso il pizzicare degli archi».
Quali sono le principali difficoltà interpretative che si incontrano nell’esecuzione?

«Nei tempi lenti è necessario trovare il giusto andamento, che consenta di sostenere la drammaticità della narrazione; il Terremoto, invece, che contiene alcune idee compositive di grande modernità, è tecnicamente assai impegnativo, anche per la velocità a cui va eseguito».
Nel 2009 ricorreranno i duecento anni dalla morte di Haydn...
«Anche per questo abbiamo scelto Le Sette Parole del Redentore sulla Croce. Ci sembrava giusto e doveroso celebrare, seppur in anticipo, il genio di questo compositore, interpretando uno dei suoi capolavori assoluti».

foto by http://www.flickr.com/photos/ziowoody