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Ferrara: Eventi grandi, esclusivi e duraturi

Notizia pubblicata il 15 novembre 2009



Categoria notizia : Eventi


Abbiamo perso anche la Mille Miglia, è il refrain di questi giorni. Da tempo ormai la città si è convinta dell'utilità dei grandi eventi, resta aperta la discussione su come consolidare un circuito di offerta permanente e, visti i chiari di luna, sulle scelte dolorose da fare. Ne parlano l'assessore Davide Bellotti, Valerio Miglioli (Iniziative turistiche) e Roberto Roversi (concerti estivi).

la Nuova. Un orizzonte di dieci anni non è poi così profondo nell'ottica della programmazione di una strategia di grandi eventi. Vogliamo cominciare, ovviamente prendendo come base quanto già c'è'?
Miglioli. Ci vuole lucidità per organizzare una tavola rotonda del genere in questo momento... Già prima di questa crisi era faticoso trovare i soldi dai privati, figuriamoci oggi. Mi sembra poi che i nostri enti locali siano ancor più in difficoltà di altri, sotto questo punto di vista. Infine la Fondazione Carife: a giorni ci sarà il Comitato d'indirizzo per varara il budget 2010, per ora sappiamo che le risorse finanziarie saranno molto minori. Eppure i grandi eventi sono il momento che aiuta a passare dalla politica culturale all'economia della cultura, quindi è cruciale completare un percorso partito per motivi politici (e forse questo è il peccato originale) anni fa. Ci manca un passetto, fermarci oggi sarebbe drammatico.
Bellotti. Sono d'accordo.
Miglioli. Allora, assessore, cominciamo col dire che il percorso di autoreferenzialità tra i due enti, Comune e Provincia, deve essere abbandonato. Per il momento non posso che parlare bene dei due nuovi assessori. Bisogna inoltre capire che "comunicare" un nuovo evento costa 150mila euro, quindi è meglio puntare a migliorare quel che già c'è. Spero ad esempio che accanto ad un festival della musica di strada, i Buskers, si possa collocare presto una manifestazione sui cibi da strada. E pongo qui anche il tema delle Mura. Si vive oramai di co-marketing, sono reduce da Assisi dove il sindaco, che è presidente dell'associazione siti Unesco, sta dimostrando di averlo capito perfettamente.
Roversi. Il dibattito sui grandi eventi è storico, a Ferrara, e si può riassumere così: investimenti ingentissimi per l'interesse di pochi, sempre quelli. Oggi siamo di fronte a risorse scarse che vanno allocate al meglio. A "Ferrara non si succede mai niente", si sente dire un po' ovunque, ma è ingeneroso e ingiusto. Ci sono anche troppe cose, al di là dei picchi di qualità esiste comunque una rete di attività permanente. Quindi è bene selezionare gli eventi che hanno forza di radicarsi nel tempo, con una propria specificità come ad esempio "Ferrara sotto le stelle". Mi chiedo se avessimo bisogno dell'Ermitage, secondo me no, è una forma di parassitismo culturale portarsi in casa una cosa del genere quando abbiamo un'istituzione (Ferrara Arte) con una storia e capacità comprovate. Non mi sembra tra l'altro che l'Ermitage abbia portato grandi frutti nell'unica mostra finora organizzata, il Garofalo.
Miglioli. No, sono arrivati tutti quei romani, anche per i servizi...
Roversi. Allora, siamo capaci di valorizzare le nostre professionalità? Questo è il primo tema. L'altro è dare certezza della programmazione agli operatori, anche in presenza di risorse scarse. Serve maggiore collaborazione tra gli enti locali, per evitare gli accavallamenti di date e la ricerca di visibilità degli anni scorsi.
Bellotti. Questa è un'occasione importante, ho già sentito cose intelligenti. La certezza dei tempi e la programmazione, ad esempio, non c'è operatore privato che non sia d'accordo. Ad oggi siamo riusciti a completare la programmazione 2010, è tardi ma l'anno prossimo contiamo di avere tutto il 2011 entro giugno. Voglio soffermarmi su Capodanno, che è un simbolo per tutto il territorio ed è ripreso da tutte le televisioni. Con il mio collega del Comune, su queste cose, c'è pieno accordo.
la Nuova. E già questo è un "grande evento".
Bellotti. Sì, sorprendeva abbastanza quanto si vedeva da fuori gli anni scorsi. Le lamentele sulle sovrapposizione denotano anche ricchezza di eventi, esistono certo problemi di programmazione. Miglioli dice di passare dalla politica culturale all'economia della cultura. Il pezzettino che manca credo sia la capacità di rendere collettivi i vantaggi.
la Nuova. Faccia un esempio.
Bellotti. Balloons ha mosso un indotto di 5 milioni di euro, bisogna "sposare" questi numeri con l'anima della città. Vendere città e territorio assieme all'evento. La radicalizzazione del dibattito, se l'evento è importante o no, serve a poco.
la Nuova. Qui se ne discute da vent'anni, ora lo fa anche Bologna...
Miglioli. Si, ed è con grande rammarico che vedo realizzate altrove idee nate qui. Non c'è solo la Borsa delle 100 città, ma anche quella del turismo fluviale, che faremo a Boretto Po. L'assessore semplifica troppo: gli eventi servono nel momento in cui trasformano chi arriva da visitatore a turista, facendo lavorare gli alberghi. C'è la caccia all'evento che garantisce la ricettività immediata, per carità i 1.200-1.500 pernotti vanno bene ma se non s'innesta il moltiplicatore economico. E Ferrara ha il problema di essere ricollocata meglio al centro del sistema del turismo organizzato, ora ne siamo ai margini.
la Nuova. Ecco, apriamo una importante parentesi: cosa manca per questo?
Bellotti. Bè, una crescita c'è stata con 440mila presenze in città. Certo, se l'imprenditoria comincia a puntare sui servizi al turismo, deve essere in grado di proporsi con continuità, l'evento è solo l'innesco. Sui grandi mercati conta poi il marchio-paese.
Miglioli. C'è questo tema. Gli alberghi non crescoro però sulla base di speranze, ma di budget, bar e ristoranti sono stati quasi tutti rifatti. Dobbiamo arrivare a 1 milione di presenze, sennò tutto questo salta, e per farlo serve un sistema dei beni culturali che vada oltre gli eventi. Che fine ha fatto il Polo d'arte moderna? E alle Mura che cadono a pezzi, ci si pensa?