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Gli americani amano Rimini, occhio a non deluderli. Fabbri: «Se vedessero il museo Fellini...»

Notizia pubblicata il 11 dicembre 2007



Categoria notizia : Turismo


I MALATESTA? Who were? In America quasi non li conoscono gli antichi signori di Rimini, ma « vuoi mettere con Federico Fellini, Francesca e il mito del divertimento»? Baluardi della riminesità , é anche e soprattutto grazie a loro se il New York Times ha messo la città  di Rimini tra le 53 località  da non perdere per l'anno 2008.

Sono loro per Paolo Fabbri, il famoso studioso riminese che si divide tra l'Italia, Parigi e gli Stati Uniti, «i simboli che tengono alta la bandiera di Rimini. Ecco perchè non mi stupisco più di tanto della classifica del New York times. Ci sono immagini e suggestioni della nostra terra che vanno al di là  del loro valore, e continuano ad affascinare anche oltre Oceano».
Certo, continua Fabbri, «se gli americani vedessero dal vivo in quale stato é il Museo riminese dedicato a Fellini, forse si ricrederebbero. Ma per loro Rimini é Fellini, ed é il luogo dove si é consumato l'amore impossibile tra Paolo e Francesca, immortalato da Dante nel canto quinto dell'Inferno. Un luogo, dunque, tutto da scoprire, anche se in fondo noi riminesi siamo sempre stati abilissimi a 'vendere' la nostra immagine, anche all'estero...».

METTETECI poi una firma mondiale dell'architettura come Ron Arad a progettare un hotel come il Duo.Mo, aggiungeteci alcuni dei locali più belli e alla moda d'Italia (e non solo), e allora capirete meglio come il New York Times sia riuscito a mettere Rimini al 28esimo posto tra le località  da non perdere. « In fondo gli americani ci considerano la Las Vegas d'Italia, anzi d'Europa - dice Grazia Gobbi Sica, architetto e docente alla New York university - ed effettivamente lo siamo. C'é una nicchia di pubblico colto e raffinato che conosce benissimo Rimini pur non avendola mai visitata, attraverso i film di Federico Fellini. E questo tanto é bastato agli americani dell'upper class a farli innamorare di Rimini».
« A NEW YORK in particolare l'immagine di Rimini é l'immagine del Grand Hotel ritratta da Fellini in Amarcord, film molto amato dal pubblico statunitense. Quella non ce la porterà  mai via nessuno», spiega Andrea Guerra, il grande musicista santarcangiolese (figlio di Tonino), che ha trascorso in America parecchi mesi per comporre la colonna sonora del film di Gabriele Muccino con Will Smith La ricerca della felicità .

«NON MI MERAVIGLIA che Rimini sia stata inserita dal New York Times tra località  da non perdere nel 2008», attacca l'architetto Felicia Bottino, urbanista e coordinatrice del Comitato per il Piano strategico. «Curiosando con i miei figli su internet - aggiunge - ho visto di recente che lo stesso New York Times diceva: Se andate in Europa e in Italia non vi perdete il centro medievale di Bologna, con le sue strade lastricate'. All'estero, a volte più che in Italia, si apprezza la modernità  ma anche la tradizione, la storia e la cultura. Io ho sempre difeso l'identità  di Rimini. Una città  che offre un pluralità  di cose: il Tempo Malastiano ma anche un entroterra non ancora sufficientemente valorizzato. Così come va riqualificata la zona turistica. Oggi più che mai tutti noi cerchiamo luoghi belli ma con un'identità , un'anima. Io di recente sono stata coi miei nipotini a Sharm El Sheik. Mare meraviglioso, per carità , ma, a meno di spostarsi, finisce lì». «Ma neppure a Sharm hanno piscine sulla spiaggia», ironizza la Bottino riferendosi a certo dibattito riminese. Quanto alle polemiche sul Ptcp, Piano territoriale di coordinamento, tra Provincia e Regione? «Non posso sposare nessuna delle due tesi - chiosa -. Credo si troverà  una soluzione, dimostrando che in alcuni casi si può coniugare sviluppo e conservazione delle tradizioni».

« E' UN BENE che Riviera di Rimini goda di buona stampa all'estero: é un incentivo per continuare il lavoro che abbiamo avviato per ridare rango internazionale alla nostra Riviera», commenta l'assessore provinciale al Turismo, Marcella Bondoni. Felice per l'articolo del New York Times, la Bondoni rilancia citando l'inserto domenicale del Daily Telegraph, uscito lo scorso 9 dicembre, «frutto di un educational tour promosso dall'assessorato. «Prendiamo questi riconoscimenti - conclude la Bondoni - come uno stimolo a proseguire la politica di internazionalizzazione. E' la linea della nuova Agenzia di marketing turistico». 
(photo by idealterna)