Forli Teatro, palla e mongolfiere Nell'800 ci si divertiva così Il tifo s'infiammava per gli 'eroi' dello Sferisterio
Notizia pubblicata il 11 agosto 2008
Categoria notizia : Turismo
FORLàŒ si é trovata appiccicata addosso l' immagine di città ‘sonnacchiosa', non certo di meta per quanti amano il divertimento; anche se le cose oggi sono un pò cambiate, forse anche a causa della presenza universitaria. Se andiamo alla Forlì dei tempi andati, prendiamo ad esempio la metà Ottocento, pur nei suoi ritmi quieti, la città era capace anche di divertirsi, come testimonia Giuseppe Calletti, noto storico ottocentesco.
INNANZITUTTO il teatro; si sa, il periodo é il secolo d'oro del melodramma, così nel bel teatro cittadino vicino al palazzo comunale (distrutto dai tedeschi nel novembre del 1944) nel maggio del 1853 si rappresenta con successo Il Trovatore di Verdi; Forlì decreta il trionfo della cantante Carolina Alaimo; al termine dello spettacolo, chiamata più volte in scena é sommersa di fiori lanciati dal pubblico tra scroscianti applausi.
Il carnevale é occasione di gran divertimento in città come nel 1851 quando le dieci serate di festa organizzate in casa del commerciante Domenico Rosetti oscurano tutti gli altri veglioni. Un incidente crea qualche apprensione; durante una serata una signorina forlivese ha rifiutato un ballo ad un ufficiale della guarnigione austriaca in città , ma l'ufficiale non reagisce all'affronto e meno male perché, come commenta preoccupato il cronista, «tristi conseguenze potevano derivare nel vedersi l' Ufficialità tedesca così inurbanamente trattata».
Del carnevale del 1853 si ricorda la splendida festa a palazzo Gaddi il 4 febbraio dove si racconta che «intervennero le giovanette più spiritose della città e i giovani più eleganti. Giocondità , brio e decenza non vennero mai meno». Gli amanti del teatro si ritrovano la stessa sera a palazzo Colombani Merenda (nell'odierno corso della Repubblica) per assistere alla tragedia «Romeo e Giulietta» non di Shakespeare, ma del più modesto Francesco Panciatichi da Forlì.
PURE gli spettacoli circensi affascinano i forlivesi; a maggio 1853 arriva il Circo Olimpico del signor Gaetano Ciniselli al campo del Gioco del Pallone, uno dei più grandi d'Italia (si trovava a ridosso delle mura cittadine, all'inizio dell'attuale viale Corridoni verso piazza della Vittoria) con evoluzioni di ginnasti e cavalli che accennano passi di danza sulle note musicali; il circo torna l'anno dopo divertendo i forlivesi con equilibristi, corse di bighe, amazzoni a cavallo e «scimmie conducenti cavalli fuggenti». Nel 1854, a luglio, i cittadini impazziscono per una grande tombola con un montepremi di 500 napoleoni d'oro che attira giocatori pure da fuori città .
LO SPORT suscita interesse a Forlì, come il gioco del pallone nel quale il giocatore colpisce con forza la sfera con il pugno avvolto da un bracciale; i forlivesi si ritrovano nel campo a ridosso delle mura progettato dall' architetto Giacomo Santarelli e inaugurato il 30 maggio 1824 ad assistere alle memorabili imprese di giocatori come Carlo Didimi, Luigi Bianchini o Nemesio Fabroni, eroi sportivi dell' Ottocento oggi sconosciuti ai più.
GRANDE entusiasmo scatenano tra i forlivesi i voli delle mongolfiere; il primo giugno del 1840 al decollo del celebre aeronauta Francesco Orlandi assistono arrampicati su campanili, torri, alberi e colline circa 30.000 spettatori con l'aggiunta di molti forestieri. Il 9 novembre del 1857 dà grande emozione il volo del pallone aerostatico pilotato da una donna, Anna Maria Luisa Mayer.
Ma l'entusiasmo va alle stelle il 17 novembre quando il forlivese Ludovico Bassi detto Cimino, davanti a un folto pubblico e alla banda militare, decolla in pallone giungendo all' altezza «due volte maggiore del nostro più alto campanile», come scrive Calletti. Dopo dieci minuti atterra di fronte a porta Cotogni (tra corso della Repubblica e piazza della Vittoria) mentre i forlivesi si spellano le mani ad applaudire il primo concittadino trasvolatore.
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