L'Università di Bologna è in buona salute. Buon giudizio dal Times
Notizia pubblicata il 09 ottobre 2009
Categoria notizia : Cultura
Se il sistema universitario italiano non gode di buona reputazione internazionale, l'Università bolognese si salva. Almeno secondo la prestigiosa classifica mondiale del Times higher education supplemnet dove l'ateneo più antico del mondo è l'unico italiano tra i primi duecento. Non è una novità, anche l'anno scorso Bologna aveva il punteggio più alto, ma l'ultima valutazione fa guadagnare ben 18 piazze ad Alma Mater.
Si passa dal 192° posto del 2007 alla posizione numero 174 del 2008. Ben trenta scalini di differenza con la seconda italiana classificata: La Sapienza di Roma (205° posto).
L'internazionalizzazione è il fattore che mette il turbo all'ateneo felsineo «Siamo cresciuti del 16% come valore di punteggio per quanto riguarda il livello internazionale del corpo docente - sostengono il Rettore Pier Ugo Calzolari e il prorettore all'innovazione gestionale Marco Depolo - e del 14% sugli studenti stranieri». Buona anche la valutazione degli accademici bolognesi, una reputazione che regala il posto numero 86 al mondo. Intensa, quindi, l'attività scientifica testimoniata da mille pubblicazioni in più, si contano solo quelle sui giornali scientifici internazionali accreditati, rispetto all'anno precedente (per un totale di 16 mila e 500 pubblicazioni). Un grande balzo in avanti è quello registrato dalle facoltà di scienze naturali che riescono a scalare altre 27 università concorrenti.
Minore ma con un valore assoluto maggiore quello delle facoltà di Scienze Sociali (dalla sociologia all'economia passando per il diritto) che scalano 18 posizioni e si piazzano al 72° posto al mondo. Risultato di tutto rilievo per sociologi ed economisti. Ma ieri il Rettore oltre la classifica del Times ha voluto commentare i risultati raggiunti con il Piano Strategico. Un lavoro di tre anni:
«Frutto di 70 incontri collegiali e di tremila persone - spiega Calzolari -. I risultati sono molto confortanti soprattutto per quanto riguarda l'internazionalizzazione e la qualità della ricerca». Nello specifico si evidenziano i contratti e le convenzioni con enti e agenzie estere, con un + 117% rispetto alla media nazionale. «Per ogni 100 euro di finanziamento in favore della ricerca - spiega Depolo - 65 euro vengono da enti esterni all'Ateneo (nel 2004 erano 50 euro, ndr)».
Di particolare significato le percentuali sugli studenti che si iscrivono al secondo anno con almeno 50 crediti, sono il 70% in più rispetto alla media nel resto del Paese.
I problemi non mancano. Basta vedere i numeri sulle borse di studio. A Bologna si è al di sotto della media nazionale per quanto riguarda le borse per i dottorati di ricerca finanziati dall'esterno (il 19% in meno della media italiana) ed è sotto del 9% contando il numero assoluto delle borse di studio attive per i dottorati. «C'è ancora un mare di cose da fare per migliorare, soprattutto in campo scientifico - dice Calzolari -. L'obiettivo che esce da queste valutazioni e che si impone alla prossima amministrazione è migliorare le borse di studio». Messaggio, consiglio, indicazione
per il nuovo Rettore Ivano Dionigi che tra meno di un mese prenderà le redini dell'ateneo e dovrà cercare di colmare queste lacune.
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