Giovanni Baronzio
Notizia pubblicata il 18 febbraio 2007
Giovanni Baronzio: Dall'opera manca la scena della Crocifissione, ma Chicchi spera che la risonanza dell'acquisto porti a far riemergere la parte mancante.Nella mostra sono presenti tutte le opere acquisite negli ultimi 15 anni nell'ambito della scuola riminese trecentesca, opere accomunate dal tema della passione, morte e resurrezione di Cristo.
LA PALA DEL BARONZIO A RIMINI
«Riappropriandoci delle nostre radici recuperiamo il senso della comunità»
Lo storico dell'arte Antonio Paolucci ha spiegato con passione il valore di Giovanni Baronzio, che ha avuto una notevole attenzione da parte dei critici a cominciare dal suo "scopritore" Federico Zeri, sino ad arrivare a Carlo Volpe: «La forza del colore, ma anche la capacità di orchestrare le immagini, donano alla sua opera un eccezionale impatto visivo, tanto che potremmo definirlo un regista per la capacità di narrazione e forse sarebbe questo il mestiere che avrebbe scelto se fosse nato ai giorni nostri».Antonio Paolucci non ha dimenticato di mettere in rilievo la tenace operazione di acquisizione della Fondazione, ma soprattutto la decisione encomiabile di esporre la pala al Museo civico di Rimini e non chiuderla nelle sale della banca. Lo studioso ha messo inoltre in rilievo la particolare situazione italiana che, possedendo medi istituti di credito strettamente legati al territorio, contribuisce alla valorizzazione culturale delle province.All'inaugurazione erano presenti il vescovo Mariano De Nicolò, alcuni esponenti dei francescani del convento di Verucchio (da dove la pala proviene), gli storici dell'arte Pier Giorgio Pasini e Giovanni Rimondini, ma anche molti semplici appassionati. (fonte CorriereRomagna) RImini 18/02/07