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Bologna. E Giovanni tornò solo Sul palco Allevi e il piano. Alle Celebrazioni due concerti del compositore

Notizia pubblicata il 07 maggio 2009



Categoria notizia : Musica


IL TOUR ha già fatto tappa anche a Londra, all’Union Chapel. A ulteriore testimonianza, se ce ne fosse bisogno, che quello di Giovanni Allevi è un successo in continua lievitazione a ogni latitudine. Anche se ciò ha provocato reazioni talvolta piccate da parte di colleghi, grandi nomi della musica classica, cui il compositore ha sempre ribattuto a convinta difesa del suo modo di fare musica.

Il suo ultimo album, Evolution, è il primo in cui Allevi non è solo a suonare ma è accompagnato da un’orchestra sinfonica, che l’ha scortato anche durante il tour che dal disco ha preso nome. Ora però Allevi ha ripreso a far strada da solo, accompagnato nel suo nuovo viaggio dal fido pianoforte. «Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune», è l’Allevi-pensiero.
SOLO UN CONO DI LUCE illuminerà stasera e domani alle 21 il Teatro delle Celebrazioni (biglietti ancora disponibili alle casse prima dei concerti) che riaccoglie, così senza scenografia, “soltanto” un pianoforte e il suo geniale suonatore: come il pifferaio magico, in versione buona, però, il compositore tornerà a incantare l’ affezionato pubblico bolognese che già l’aveva applaudito nel marzo di un anno fa per tre sere sempre alle Celebrazioni e poi a luglio in piazza Santo Stefano insieme all’orchestra. Allevi stavolta torna alle origini, esibendosi con il pianoforte solo, nella sua più intima e personale dimensione, dopo l’esperienza, appunto, di “Evolution”, l’album di composizioni per pianoforte e orchestra sinfonica, che lo ha visto protagonista anche nel ruolo di direttore della propria musica e che ha avuto il suo trionfale epilogo nell’applauditissimo Concerto di Natale 2008 al Senato.
ALCUNI CRITICI lo hanno addirittura definito “il Mozart del 2000” e il paragone con il celebre compositore settecentesco in effetti serve per dare un’etichetta a questa figura anomala del panorama musicale italiano, capace di trovare un’efficace sintesi fra la tradizione classica e le sonorità pop e contemporanee, e capace di farlo tanto bene da guadagnarsi il rispetto di parecchia gente. Non si tratta di un convenzionale concerto di musica classica, ed il suo repertorio non si fa categorizzare in un genere musicale soltanto. La sua arte è è una forza senza confini, che si modella come un vestito su misura, e riesce a far sognare sale colme di pubblico, che rimane sospeso in un silenzio assoluto anche quando Giovanni, con la sua voce timida, le mani eleganti e i riccioli ribelli, lascia il pianoforte per alzarsi e salutare o per raccontare com’è nata una delle sue composizioni.

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