Giovanni Allevi a Cattolica 'La mia Evolution? Salire sul podio'
Notizia pubblicata il 22 luglio 2008
Categoria notizia : Musica
Giovanni Allevi, stasera all'Arena della Regina di Cattolica, suonerà il piano e dirigerà l'orchestra dei Virtuosi Italiani «E' una grande soddisfazione sentire le mie note eseguite da loro»
LA MUSICA é una continua evoluzione. Parola di Giovanni Allevi, pianista e compositore con un seguito da divo del rock, capace di stregare le folle con un linguaggio che riesce a rendere semplice l'inafferrabile complessità della musica classica. Un'evoluzione che vede Allevi staccarsi dalla tastiera dell'amato pianoforte per salire sul podio del direttore d'orchestra. Il suo Evolution Tour, che fa tappa oggi a Cattolica (ore 21.30, Arena della Regina), lo vede infatti a capo dei Virtuosi Italiani, orchestra sinfonica tra le più attive e qualificate del panorama internazionale, per presentare il suo ultimo disco, uscito a giugno per la Bmg.
Anche a Cattolica si presenterà nella veste inedita di direttore.
Preferisce affrontare il palco da solo, col suo pianoforte, o a capo di una grande orchestra?
Â«à‰ bellissimo in entrambi i casi. Ho sempre avuto un'attenzione orchestrale nei confronti del piano, considero l'insieme delle sue timbriche come una grande orchestra. Ma lavorare con un vero ensemble di strumentisti dà grandissime possibilità espressive, e sentire la mia musica eseguita da musicisti eccellenti come i Virtuosi Italiani é una grande soddisfazione».
Lei viene definito il 'filosofo del pianoforte', creatore di una nuova musica classica contemporanea. Si rispecchia in questa descrizione?
«Sì, mi piace. La considero una specie di riconoscimento agli oltre 20 anni di durissimi studi accademici che ho affrontato. La mia musica é classica, affonda le radici nella tradizione colta, legata al linguaggio scritto. Ma é anche contemporanea, trae ispirazione da tutto ciò che mi circonda e dalla tradizione orale propria del pop. Unire i linguaggi significa per me attingere dalla vita di tutti i giorni, approfittando della possibiltà che offre la scrittura, per elaborare forme espressive più complesse. Uno dei segreti sta nella ritmica che fa da sfondo alle composizioni. Ascoltando 'A Perfect Day', per esempio, si può sentire qualcosa che non era possibile ai tempi di Stravinskij: allora non c'erano ancora stati Michael Jackson e l'hip hop!».
Tra le sue influenze cita, accanto a Bach e Chopin, artisti come Sting...
«Adoro la musica classica, naturalmente, e mi piace andare alla ricerca del linguaggio colto nei progetti pop. Amo il rock progressive e la musica di Sting, dietro cui si può distinguere una regia colta».
Il legame con il pop sembra stretto. I suoi primi dischi sono stati prodotti dalla Soleluna di Lorenzo Jovanotti, e in passato ha collaborato con Luciano Ligabue.
«Nel 1997 ho spedito a Jovanotti una cassetta, proprio come succede nei film... E lui ha deciso di produrre il mio disco. Poco dopo sono entrato nella sua band, e questo mi ha permesso di vivere la musica 'dal di dentro' ed entrare in contatto profondo con il ritmo, di cui Lorenzo é per me il portabandiera. Ligabue poi mi ha regalato il suo pubblico, invitandomi ad aprire i suoi concerti. Emozioni grandissime, che mi hanno segnato».
Lei ha il merito di aver portato la musica classica al grande pubblico, raggiungendo un'incredibile popolarità . Come vive il rapporto con la comunità dei suoi fan?
«Benissimo, sono persone delicate e poetiche, e io per loro non sono un divo ma l'amico della porta accanto. L'unica cosa che mi chiedono é di continuare a creare e ad esprimermi in libertà , e io non ho certo intenzione di deluderli...».
Info 0541.953150.
foto di http://www.flickr.com/photos/38355353@N00