Quelle firme in calce sulla storia del giornalismo, Il Carlino nei Meridiani
Notizia pubblicata il 13 ottobre 2007
Categoria notizia : Cultura
GIOVANNI SPADOLINI, insigne storico e "mitico" direttore del Resto del Carlino dal 1955 al '68, sarebbe stato assai lieto nel leggere i due primi volumi sul "Giornalismo italiano" fra il 1860 ed il 1939, appena pubblicati dai Meridiani Mondadori a cura di Franco Contorbia.
 Lasciando nel '68 la direzione del Carlino, Spadolini scriveva,infatti, che «il nostro Carlino» é stato assolutamente fedele «ai propri principi di libertà , principi che si identificano con una tradizione ed una storia».
Ora fra gli articoli pubblicati nei due nuovi volumi sulla storia del giornalismo italiano, ve ne sono alcuni fondamentali apparsi proprio sul Carlino di fine Ottocento e di inizio Novecento.
IL PRIMO ("Ricordi di un vecchio scolaro" ) é di Giovanni Pascoli, pubblicato sul Carlino nel 1886, sostanzialmente autobiografico del poeta nel suo uscire dalla natia Romagna per entrare, con una borsa di studio, alla facoltà di lettere dell'Università di Bologna dove, con grande emozione, incontrò il “vateâ€, Giosué Carducci, innanzitutto come suo insegnante.
E proprio di Carducci é il secondo articolo, pubblicato sul Carlino del 1887, con il quale il poeta, con il suo consueto alto spirito patriottico, chiedeva al Sindaco di Roma di innalzare un monumento ai caduti italiani in Africa, soprattutto dopo la sconfitta e l'eccidio di Dogali.
Di un'altra grande firma, Alfredo Oriani, é il terzo articolo del Carlino ora ripubblicato: é del 1905 e descrive un tentativo rivoluzionario nella Russia ancora zarista, con le grandi speranze che allora si coltivavano nel sogno, patriottico dell'Italia post risorgimentale, di una imminente caduta del vecchio dispotismo e della nascita di una nuova democrazia anche in Russia.
ANCORA PASCOLI ritorna, nel febbraio 1907, con un memorabile e lungo articolo apparso sul Carlino: "In morte di Giosué Carducci". Proprio il suo allievo Pascoli commemorò, infatti, il grande maestro Carducci in un momento che emozionò profondamente l'Italia che aveva gioito pochi mesi prima per l'attribuzione proprio a Carducci del premio Nobel. Pascoli ricordava le parole scritte da Carducci su Giuseppe Garibaldi : "Oggi l'Italia t'adora… ricordando Aspromonte e Mentana dopo la trista ferita e dopo la trista cavalcata di ritorno". E Pascoli ripeteva «oggi l'Italia ti adora", rivolto a Carducci, attribuendo al "vate" innanzitutto il merito di aver rinnovato la lingua di Dante per la nuova Italia unita.
Ma la prima guerra mondiale avrebbe profondamente mutato gli umori dell'Italia post risorgimentale: in ciò é significativa la corrispondenza “di guerra†che apparve sul Carlino in quel terribile 1917 che vide il trauma di Caporetto di fronte a forze nemiche che si rivelavano sempre più imponenti. "Il dovere del Paese , scriveva il Carlino , il dovere di tutti, in questo momento, é altrettanto preciso ed assoluto; una disciplina di spiriti e di intenti si impone; una grande serietà nazionale al di sopra di tutto e di tutti deve essere".
UN'ALTRA corrispondenza, anche se non più di guerra, mette di nuovo i brividi: nel gennaio 1933 appare su Carlino il", fondatore e capo del socialnazionalismo, é giunto al potere per vie e con mezzi legali…, annotando "l'enorme impressione suscitata in tutto il Reich. Ovunque ci sono manifestazioni di giubilo da parte dei croceuncinati…".
A Berlino "si é subito notato un affratellamento significativo tra Camicie brune e Elmi d'acciaio.
Inquadrati quattro per quattro, i militi dei reparti di assalto croceuncinati e gli ex combattenti iscritti al potente sodalizio dei reduci di guerra hanno percorso le strade principali…".
Aveva inizio la tragedia che provocò anche la seconda guerra mondiale ed il corrispondente del Carlino annota contemporaneamente le diffuse sorprese, "l'ostentata preoccupazione" dei democratici, le "profezie catastrofiche".