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Il magico show di Panariello: nel 2011 a Ancona, Bologna e Cesena

Notizia pubblicata il 24 dicembre 2010



Categoria notizia : Spettacoli


Grato ai marchigiani - a dir la verità quelli Vip che “ostaggi di Infospettacoli” hanno visto la prova generale -, Giorgio si augura che l’anteprima sambenedettese dello show Panariello non esiste gli garantisca “un trionfo”. E ancora scherza sul sindaco del luogo che lo ospita “Se compra una r fa carriera” (si chiama Giovanni Gaspari ndr).

Quindi, in ossequio alla città delle palme la definisce “patria della Samba (la Sambenedettese)” prendendo un po’ in giro i cugini ascolani “quelli che tirano lu sassu”. Infine si schermisce “non sono Dustin Hoffman” facendo il verso dell’’attore nel famoso spot su Leopardi fatto per promuovere le Marche, regione che Giorgio conosce ed è convinto che gli porta fortuna. Ieri, la data zero del tour. E’ salito sul palco del PalaRiviera e ha deliziato gli spettatori con due ore di pura magia. E non si fa per dire. Anzi: dalla valigia dell’illusionista (tra gli autori c’è Gaetano Triggiano) ha tirato fuori uno spettacolo di grande impatto emotivo e visivo. Si è cambiato d’abito in scena e, proprio come un mago, è sparito per far apparire, al posto suo, un bambino. In mezzo tante battute e monologhi sull’attualità, la passione e una campagna animalista, oltre a dare vita a personaggi vecchi e nuovi. Non si è fatto mancare nulla, anche gli stacchetti con brani di De Gregori, De Andrè, Conte e, visto che c’era, Liza Minnelli e Mario Biondi.
Accompagnato sul palco da un’irresistibile band, la Jazzbit e uno straordinario solista, Matteo Borghi, ha fatto esibire due ballerine classiche, altro che veline. L’intero impianto ha strizzato l’occhio a ogni generazione. A cominciare dalla parodia del Gf e gli altri reality dove i protagonisti, al pari dei pregiudicati, diventano star da copertina. Sbertucciati ovviamente i politici. Nei panni della Signora Italia se la prende con le fiction: “da quando c’è Don Matteo a Gubbio ne ammazzano uno la settimana, porta jella?” e con un calembour discetta del “Lodo Albano”. Consapevole che “la realtà supera la fantasia” parla dei Cinque sensi dell’amore che, tutti, devono essere sollecitati nelle donne “alle quali per slacciare il reggiseno bisogna chiedere il codice pin”. Tra barzellette della tradizione e metodi per negare sempre d’avere l’amante, nel tritacarne delle gag entrano l’iPhone “mi ci asciugo i capelli” e i videogame “si può giocare a tennis contro un televisore?”: inconcepibile per il tenerissimo Raperino. Lunigi “che c’ha il cervello come un’oliva ascolangi” si materializza al posto di una ballerina parlando solo per doppi sensi.
Non potevano mancare Belen e le altre belle figliole, “il problema è mantenerle: così impari a leggere la carta dei vini da destra a sinistra” (cioè dal prezzo) e l’ironia del ricchissmo Naomo “che ha un maggiordomo di nome Silvio”. Dopo Bred Pitbull, il bis è affidato al personaggio nuovo del Vanja: scansafatiche da bar ma reduce da una buona azione: “ha adottato una russa”.