Quelle canzoni leggendarie che il cinema rese immortali
Notizia pubblicata il 26 giugno 2009
Categoria notizia : Musica
L’INCONTRO tra musica e settima arte, Al Palazzo Mauro De Andrè (ore 21), Ravenna Festival torna su uno dei suoi filoni tematici che più ama, divenuto una frequentazione costante delle ultime edizioni, e lo fa con due grandi protagonisti del jazz e dalla canzone d’autore: Danilo Rea e Gino Paoli.
Canzoni nel Cinema è un progetto che nasce sull’onda del successo di Milestones. Un incontro in jazz, album che coniugava alla perfezione la vena improvvisativa del pianista vicentino al cuore jazz delle canzoni di Paoli. Nasce così un viaggio, anche un po’ nostalgico, alla riscoperta delle grandi canzoni legate al cinema di ieri e di oggi, una quindicina di spezzoni di alcuni tra i film più conosciuti della storia del cinema sui quali Rea e il suo ensemble – Marco Tamburini, tromba, Marcello Siringano, violino, Franco Testa, basso, Ellade Bandini, batteria – improvvisano, senza mai perdere di vista la struttura della colonna sonora originale, mentre Gino Paoli dà voce alle immagini insieme a Diana Torto.
«ALCUNE delle tracce — spiega Rea — come Moon River, tratto dal soundtrack di Colazione da Tiffany, sono ormai abitualmente suonate come degli standard jazz, altre non lo sono affatto, come il Morricone di Mission o il tema di Schindler’s List o ancora il lavoro di Nino Rota per La strada. Insomma, non sono tutti standard, e quello che facciamo ricalca un po’ ciò che facevano i jazzisti americani con i grandi film del passato, sui quali improvvisavano moltissimo. L’operazione è interessante proprio perché praticamente si cerca, con un po’ di azzardo, di riuscire a improvvisare su qualsiasi tipo di melodia e di pezzo».
I FILM SELEZIONATI da Rea attraversano ere e generi, affiancando anche un immortale As Time Goes By – da Casablanca – a un inatteso Some Day My Prince Will Come, tratto dalla colonna sonora del disneyano Biancaneve e i Sette Nani, e se le grandi pellicole americane del passato la fanno un po’ da padrone – ecco, ad esempio, To kill a Mockbird, da Il buio oltre la siepe, del 1962, Love is a Many-Splendored Thing, celeberrimo tema del ’55 da L’amore è una cosa meravigliosa, oppure The Way We Were, che Sidney Pollack volle per il suo Come eravamo – non mancano altri capolavori italiani, come i brani scritti da Ennio Morricone per Prima della rivoluzione, di Bernardo Bertolucci, e C’era una volta il West.
Lo stesso Gino Paoli fa parte della scaletta con Senza fine, presente nella colonna sonora di Il volo della fenice, del 1965. Ma sua è anche la scelta di Un giorno dopo l’altro di Luigi Tenco, da Le inchieste del Commissario Maigret, voluta per omaggiare l’amico mai dimenticato. «Luigi era una specie di fratello più giovane – ricorda Paoli – guardava a me come un punto di riferimento. Quando si è ammazzato ho pensato che l’atto, inconsciamente o consciamente, fosse stato anche imitativo, per il mio tentato suicidio di tre anni prima».
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