Gianni Morandi a Bologna
Notizia pubblicata il 01 settembre 2007
Categoria notizia : Musica
«Corro... a cantare». Morandi stasera nella sua Bologna. Prima cantante, poi calciatore e, oggi, maratoneta a tutti gli effetti. Ce n'è abbastanza per capire che Gianni Morandi è uno incapace di fermarsi. Stasera, appunto, per cantare, domani per correre, lungo le strade di Bologna e poi martedì dietro un pallone, a Kiev, sfidando Andriy Shevchenko, ex stella del Milan.
Morandi, più facile correre o cantare?
«Beh, cantare è sempre stato il mio mestiere. La corsa è arrivata dopo. Mettersi le scarpette ai piedi dà grandi emozioni. Soprattutto quando cominci a darti degli obiettivi, a lottare con il cronometro. A quel punto, forse, possiamo sembrare un po' strani, quasi
maniaci. E in effetti i maratoneti, a qualsiasi livello, sono un po' bizzarri».
Pensiamo un attimo allo spettacolo: ma è vero che lei stasera vuol solo presentare?
«L'idea è questa. Anche perché, diversamente, rischio di diventare ripetitivo. Ma vedremo al momento opportuno. Anche se riposare un po', pensando alla corsa, non sarebbe poi così male».
Da quando ha incontrato la corsa trova dei benefici professionali sul palco?
«Diciamo che se si è allenati si sta, complessivamente, meglio. E poi, magari, queste energie che uno immagazzina correndo, mi serviranno per la prossima tournée».
Quando partirà?
«Tra febbraio e marzo».
D'accordo: ma quante tappe? E ancora per quanto tempo resterà in giro?
«Sinceramente non lo so. In questi casi sai quando parti, il resto viene di conseguenza».
Prima o poi convincerà Fiorello a unirsi con lei alla corsa?
«Fiorello? Appena mi vede quello scappa. Mi tiene a distanza...».
Se l'è presa per la parodia che le fa in radio chiamandola il 'bastardo di Monghidoro'?
«Ma no, siamo amici. E' una gag abbastanza divertente».
Allora lo convincerà a correre?
«Si fece male una volta, giocando con la nazionale cantanti. Credo che quell'esperienza l'abbia segnato parecchio».
Nazionale cantanti. Pronto a giocare?
«Dopo l'UniCredit Banca Run Tune Up di domani, partiremo per Kiev. Raccoglieremo fondi come abbiamo sempre fatto. Questa volta per i bambini orfani. Ci saranno anche Leonardo, Maldini e Shevchenko».
Per un maratoneta allenato come lei, un gioco da ragazzi.
«Veramente da quando corro il pallone lo vedo sempre meno. Meglio, lo tocco meno. Mi fanno correre, appunto».
Domani, per lei, la corsa. Transiterà davanti alla fontana del Nettuno. Come nella foto che la immortala durante un allenamento.
«Mi piace quell'immagine. Davanti al Gigante, nella mia città. Mi piace questa corsa
perché consente a me, ma non solo al sottoscritto, di riappropriarsi della città, potendo osservare degli angoli particolarmente suggestivi».
Oggi, però, si dedicherà solo al canto e allo spettacolo.
«Mi piace l'idea di concentrare tutto ai Giardini Margherita. Mi affascina l'idea di un palco che sarà utilizzato anche dai maratoneti».
Ma allora che farà? Presenterà solo?
«Non lo so. Intanto per una forma scaramantica ho inserito in scaletta "Scende la pioggia". Poi vedremo. Non escludo sorprese. Credo che arriverà all'ultimo momento qualche amico. Anche se tanti, in questo periodo - da Fogli a Mengoli, da Antonacci a Mingardi -
sono in tour»