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Che estate sburona E se lo dice Giacobazzi...

Notizia pubblicata il 10 agosto 2009



Categoria notizia : Fatti Curiosi


L’ESTATE in Romagna non è una cosa vera. E’ una leggenda. Perché ci sono personaggi e situazioni che ormai i nonni – rigorosamente abbronzati e con il segno della catena d’oro lasciato sulla pelle da infinite giornate sulla spiaggia a sollevare gli occhiali da sole – raccontano ai nipotini sulla sabbia tiepida della sera.

Mentre magari intorno si scatena l’happy hour. Insomma, l’estate in Romagna ha l’aria di rappresentare per Giuseppe Giacobazzi, al secolo Andrea Sasdelli, una fonte d’ispirazione inesauribile. Ormai irrimediabilmente fuso col proprio personaggio, il comico, che stasera alle 23.30 sarà al Wave di Punta Marina, commenta — come se li vedesse da una finestra sul lungomare murato di infradito — gli immancabili elementi di un’estate romagnola.
Il local Romagnolo e le turiste straniere
«Per la Romagna, questa è sempre stata una questione d’onore. Le turiste straniere vanno accudite e conquistate. E a questo scopo, il local ricorre a qualsiasi stratagemma, dalla classica impennata in motorino ai capelli tirati all’indietro fino alle ultime chincaglierie elettroniche. Insomma… bisogna essere sburoni».
Il bagno e il suo re, il bagnino
«Il bagnino ha sempre un fascino particolare. Certo, ormai ce n’è qualcuno che avrebbe bisogno di qualche sostanza rigenerante. Però il bagnino non molla. I giovani devono cercare di farsi largo nei racconti dei più anziani per capire dove stia la verità e dove cominci la leggenda. Per quanto riguarda i bagni, sono sempre più all’avanguardia: ormai siamo arrivati a strutture che offrono beauty farm per criceti e lettini autorefrigeranti… Ne abbiamo persino uno che affitta costumi con il caricabatteria per il cellulare. Poi mi spigheranno dove va messa, la batteria…».
I giochi dell’estate
«Qui non sono molto ferrato, perché sono pigro per natura. Già soffoco solo a guardare due che giocano a racchettoni sulla spiaggia. Preferisco contemplare il placido divertimento dei più grandi che giocano a carte. Niente burraco. Tutta roba semplice».
L’happy hour in spiaggia
«Con l’happy hour ho un rapporto abbastanza conflittuale. Ai tempi del Costipanzo, andai a Marina di Ravenna e, in attesa dello spettacolo, chiesi una birra. Il barista mi guardò come se avessi bestemmiato. Sgranò gli occhi e mi disse “Adesso?”. Comunque, nonostante la cosa gli sembrasse assurda, mi servì la birra. Pagai e mi voltai per bere. In quel momento esatto, cominciò l’happy hour. Avevo fatto la figura del cretino».
La viabilità sul lungomare
«Chiamarla viabilità mi sembra eccessivo. La definirei piuttosto staticità. Se trovi un parcheggio, lasci la macchina lì anche per giorni, così puoi vantarti con gli amici di avere trovato posto. Poi sul lungomare si fanno gli incontri più interessanti. A patto che ti adegui a girare in infradito, che per noi romagnoli è una tortura».
A settembre dobbiamo aspettarci qualche nuovo personaggio o Giacobazzi continuerà a regnare?
«No. Ha ancora tante cose da dire. In realtà poi, ormai non esiste più un confine tra me e lui. Giacobazzi sono io. A settembre continuerò il giro di spettacoli su e giù per l’Italia, poi ci sarà Zelig e uscirà il mio nuovo libro, scritto a quattro mani con Duilio Pizzocchi, sempre per Kowalski. Il titolo ancora non c’è. E comunque non lo direi. Manteniamo un po’ di mistero».
foto by http://www.flickr.com/photos/virgivirgi/