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Una 'bomba' sul villaggio I gestori di Futurismo contro le licenze ai locali del Marano

Notizia pubblicata il 10 aprile 2008



Categoria notizia : Turismo


IL BACCANO non può convivere con un villaggio a quattro e cinque stelle come Futurismo. Ne é certo Nardo Filippetti, uno dei tre soci della Kiron che realizzerà  il resort al Marano, utilizzando le colonie Reggiana, Savioli e Adriatica. Un allarme sull'onda delle licenze da ballo che il Comune concederà  ai locali sulla spiaggia.

Filippetti non nasconde l'amarezza per i ritardi burocratici che frenano l'opera. Non si parla ancora delle prima pietra, il colosso «doveva essere pronto nel 2004» . «Nel frattempo il mercato é cambiato e abbiamo dovuto riconvertire il progetto _ ricorda _. Intanto in Italia e nel mondo ho aperto una ventina di villaggi».

Sulle licenze da ballo prosegue: «Non so nei dettagli cosa pensano di fare, ma non posso che essere contrario. Non condivido assolutamente che in quella zona si possa ballare sui cubi con musica sparata a tutto volume, anche se il sindaco Imola mi ha parlato dell'uso di particolari casse acustiche per non disturbare. Con il nostro progetto vogliamo fare un turismo di qualità  e quindi riqualificare la zona.

Futurismo ha una risonanza mondiale, perchè guardiamo oltre l'Europa. Vogliamo sfruttare l'aeroporto che può sopportare voli di lungo raggio, anche 767 o Dc10». Come muoversi? «Credo ci sia un turismo non necessariamente fatto di caos _ sostiene Filippetti _. Per l'investimento che stiamo facendo mi auguro, e non solo per il Marano, che non ci sia solo un mercato fatto di 'caciaroni', confusione e bottiglie abbandonate per terra. Altrimenti é una morte annunciata».

Da qui la richiesta di effettuare, con esperti del settore, studi e analisi «per capire cosa si può realizzare in quell'area nel rispetto reciproco dei vari imprenditori». «Vengo qui per fare un albergo tranquillo con suite a cinque stelle sul mare, a fianco non posso avere quello che sporca, deturpa, imbratta e fa chiasso. Riconvertire l'area su un progetto industriale condiviso può essere di beneficio per tutti. Serve unità  d'intenti e di pensieri. Riccione deve cominciare a fare alcune scelte, se dovesse andare avanti in questo modo, non avrebbe grandi sbocchi. Serve cambiare testa e capire che turismo vogliamo».

 
(foto di http://www.flickr.com/photos/exothermic)