Francesco Guccini a Ravenna, Rabbia senza nostalgia, Stasera unico concerto in regione del cantautore
Notizia pubblicata il 17 novembre 2007
Categoria notizia : Eventi
UN CONCERTO ogni tanto, passi per una città poi aspetti un po' di tempo per raccogliere energie ed elaborare l'entusiasmo. Forse é questo il segreto per resistere sulle scene da oltre 40 anni, con quel modo sommesso e quasi sussurrato che ha Francesco Guccini, lasciando qua e là canzoni a fare storia.
 E letteratura perché é ormai considerato uno degli autori, dei poeti contemporanei più interessanti, uno scrittore anche, un uomo che di parole e di storie vive.
Ha aspettato un po' prima di tornare sul palco e stasera torna a Ravenna, alle 21 al Pala De André, unica data per l'Emilia Romagna (info 0544 249244).
Accanto, i musicisti che conosce e stima da sempre, Ellade Bandini (batteria e percussioni), Antonio Marangolo (sax e percussioni), Vince Tempera (pianoforte e tastiere), Pierluigi Mingotti (basso), Roberto Manuzzi (sax, armonica, fisarmonica e tastiere) e Juan Carlos 'Flaco' Biondini (chitarre).
Tanti anni e intere generazioni di fan che sono cresciuti con le sue canzoni. C'é una sorta di bilancio in questo concerto, Guccini ha voglia di ripiegarsi sulla sua storia?
"Intanto mi piace incontrare gente bella. Ogni volta é una festa, le persone si avvicinano, parlano, hanno con me un rapporto che mi piace, fatto di cose non dette, di frasi sincere.
Nel concerto propongo le mie canzoni più note, da 'Dio é morto' ad 'Auschwitz', 'Canzone per un'amica' o 'Noi non ci saremo' ma non c'é nostalgia. Ogni canzone rivela sempre la sua struggente attualità , la necessità quasi di cantarla ancora, oggi come quando l'ho scritta".
C'é spazio anche per un brano che parla di Resistenza, 'Su in collina', scritto da un autore bolognese. Ha senso parlarne ancora?
"Serve perché di uomini che hanno il coraggio di mettersi contro, di salire in collina per combattere un certo tipo di potere non ce ne sono più. Uno degli ultimi partigiani se n'é andato qualche giorno fa, si chiamava Enzo Biagi e aveva scelto di vivere come me, in collina, lontano dalla città , a metà strada tra la Toscana e l'Emilia. Finiti quegli uomini lì, saremo tutti un po' più soli".
Nella sua storia personale c'é stata Pavana, poi Modena e Bologna, per tornare poi e restare a Pavana, in collina appunto. Perchè ha abbandonato la città ?
"In realtà in via Paolo Fabbri a Bologna una casa ce l'ho ancora ma quella città faccio fatica a riconoscerla. Oggi é il tempo della quiete, dei ritmi più lievi".
E' tempo di scrivere? Sono dieci i libri di Guccini scrittore, c'é qualcosa ancora in uscita?
"Sono fermo in questo momento, non credo ci si possa sedere e cominciare a scrivere così, di testa. Le parole le devi sentire e quando ti ci metti pare si scrivano da sé. Per adesso mi piace spenderle per gli amici, a fare discorsi seri o a divertirsi soltanto".
A riempire di significato 'la fine triste della partita, il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa che chiami vita'.
foto by foread