Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Francesca da Rimini ha conquistato gli italiani dall’800 ad oggi

Notizia pubblicata il 14 marzo 2011



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Si chiama Francesca, è lei la donna affascinante, forte e decisa che ha lottato per il trionfo dell’amore e della passione, pronta a combattere anche a costo della sua stessa vita. Proprio a lei, paladina della libertà, numerosi artisti (tra i più celebri) le hanno dedicato più di 700 opere tra il 1785 e il 1900. Queste opere fanno parte del nostro patrimonio culturale e riescono a rendere Francesca un’eroina portatrice di valori positivi come forza, amore, coraggio e passione, a due secoli dalla sua nascita.

Francesca, era la figlia di Guido Da Polenta, sposa per procura a Gianciotto Malatesti come afferma la ‘tradizione’ letteraria e per 500 anni era stata bollata dalla cultura del regime passato, come lussuriosa tra le fiamme dell’inferno, giudicata come una donna simbolo del peccato ed amata da pochi. Le cose cambiarono nel 1795, quando le fu dedicato un poemetto da Francesco Gianni, un giacobino in fuga che la fece diventare una donna eroica, vittima innocente di leggi crudeli e di un inganno matrimoniale. Questo nuovo mito romantico ha contagiato centinaia di artisti che hanno voluto dare un omaggio a Francesca non solo con la poesia ma anche con la pittura, teatro e musica. Una donna molto amata dai combattenti che cercavano di raggiungere l’indipendenza d’Italia, mentre erano fermi alle barricate, alcuni di loro inneggiavano alla “Bella di Arimino” alla sua forza di volontà e al suo bacio che fu dipinto da Ingres.Non solo versi italiani ma anche inglesi grazie alla traduzione di Byron, carbonaro a Ravenna, che portò i versi del quinto canto all’amata Teresa, prima di trasferirsi in Grecia dove perse la vita per la libertà. Francesca è stata evocata anche da Mazzini, nell’incipit del suo primo scritto politico intitolato “Una notte a Rimini nel 1831”, Pellico scrisse di lei nella famosa tragedia dell’Ottocento che fu tradotta in tantissime lingue e recitata nei teatri più importanti del mondo. Una delle attrici che impersonificava Francesca era Adelaide Ristori, che era già chiamata “Apostolo del regno d’Italia” dato che fu utilizzata sulle barricate della Repubblica romana nel 1849. Adelaide riusciva a garantirsi le simpatie per la causa italiana presso le corti europee, durante i suoi tournéé teatrali.Come non menzionare anche Vittorio Emanuele XX, che fin da giovane era un assiduo frequentatore dei camerini di teatro e delle sue attrici tra cui molte Francesche, come Laura Bon, che mise alla luce una figlia mai riconosciuta: la piccola Emanuela.

Si chiama Francesca, è lei la donna affascinante, forte e decisa che ha lottato per il trionfo dell’amore e della passione, pronta a combattere anche a costo della sua stessa vita. Proprio a lei, paladina della libertà, numerosi artisti (tra i più celebri) le hanno dedicato più di 700 opere tra il 1785 e il 1900. Queste opere fanno parte del nostro patrimonio culturale e riescono a rendere Francesca un’eroina portatrice di valori positivi come forza, amore, coraggio e passione, a due secoli dalla sua nascita.Francesca, era la figlia di Guido Da Polenta, sposa per procura a Gianciotto Malatesti come afferma la ‘tradizione’ letteraria e per 500 anni era stata bollata dalla cultura del regime passato, come lussuriosa tra le fiamme dell’inferno, giudicata come una donna simbolo del peccato ed amata da pochi. Le cose cambiarono nel 1795, quando le fu dedicato un poemetto da Francesco Gianni, un giacobino in fuga che la fece diventare una donna eroica, vittima innocente di leggi crudeli e di un inganno matrimoniale. Questo nuovo mito romantico ha contagiato centinaia di artisti che hanno voluto dare un omaggio a Francesca non solo con la poesia ma anche con la pittura, teatro e musica. Una donna molto amata dai combattenti che cercavano di raggiungere l’indipendenza d’Italia, mentre erano fermi alle barricate, alcuni di loro inneggiavano alla “Bella di Arimino” alla sua forza di volontà e al suo bacio che fu dipinto da Ingres.Non solo versi italiani ma anche inglesi grazie alla traduzione di Byron, carbonaro a Ravenna, che portò i versi del quinto canto all’amata Teresa, prima di trasferirsi in Grecia dove perse la vita per la libertà. Francesca è stata evocata anche da Mazzini, nell’incipit del suo primo scritto politico intitolato “Una notte a Rimini nel 1831”, Pellico scrisse di lei nella famosa tragedia dell’Ottocento che fu tradotta in tantissime lingue e recitata nei teatri più importanti del mondo. Una delle attrici che impersonificava Francesca era Adelaide Ristori, che era già chiamata “Apostolo del regno d’Italia” dato che fu utilizzata sulle barricate della Repubblica romana nel 1849. Adelaide riusciva a garantirsi le simpatie per la causa italiana presso le corti europee, durante i suoi tournéé teatrali.Come non menzionare anche Vittorio Emanuele XX, che fin da giovane era un assiduo frequentatore dei camerini di teatro e delle sue attrici tra cui molte Francesche, come Laura Bon, che mise alla luce una figlia mai riconosciuta: la piccola Emanuela.