Forli Ridolfi, vento dell’Est Da aprile a Varsavia La seconda ‘low cost’ è l’ungherese Wizz Air
Notizia pubblicata il 24 dicembre 2008
Categoria notizia : Fatti Curiosi
ENTRA ANCHE VARSAVIA nel lotto dei collegamenti programmati in primavera dal Ridolfi. Oltre alla capitale polacca altre tre destinazioni (si parla di Budapest e Poznan) saranno portate in dote dalla compagnia ungherese Wizz Air, maggiore low cost dell’Europa centrorientale.
L’accordo è il ‘regalo’ di Natale di Seaf, che da aprile confida di aggiungere dieci voli settimanali a quelli assicurati da Wind Jet. La scelta delle rotte sarà fatta in collaborazione con la compagnia siciliana per evitare che i due gruppi si pestino i piedi, visto che anche la società italiana ha parecchie destinazioni nell’Europa dell’Est. Wizz Air viaggia con velivoli Airbus da 180 posti, la prospettiva è un movimento di 150 mila passeggeri all’anno.
La notizia è stata diffusa durante la presentazione, nella sede della Fondazione, del progetto curato dalla società Sinloc sulle prospettive del polo tecnologico aeronautico forlivese. Si completa così l’incarico iniziato nel 2006 e suddiviso in quattro progetti per cui la Fondazione ha speso complessivamente 250 mila euro.
Gli esperti di Sinloc ritengono che il Ridolfi non possa sopravvivere solo con i voli low cost. Si individua un ventaglio di iniziative: voli cargo e quelli di linea, lo sviluppo della formazione legata al polo aeronautico e delle attività commerciali (la cosiddetta ‘non aviation’) vale a dire ristoranti, hotel, negozi, parcheggi, noleggio auto. «Nessun aeroporto si riesce a sostenere senza il non aviation — ha sostenuto Antonio Rigon, amministratore delegato di Sinloc — . L’unico prospettiva per il Ridolfi è puntare su tutti questi mercati contemporaneamente».
QUANTO COSTA l’operazione rilancio? Circa 75 milioni in soli 4 o 5 anni. E’ qui l’ostacolo principale. Scontato che l’obiettivo sia fuori portata per gli enti pubblici soci del Ridolfi, non resta che far appello ai privati. I quali metteranno sul piatto grosse somme solo se immaginano di poter ottenere una remunerazione. Alla luce dell’esperienza passata, una mera speranza. «Il piano industriale tiene conto di questo e stima che ci siano ritorni interessanti per i capitali privati — ha detto invece Rigon — che potranno portare anche competenze e partnership». Il programma prevede la privatizzazione dello scalo al 60%: gli interessati dovrebbero sborsare 40-50 milioni.
In totale il budget stimato per i prossimi trent’anni supera i 100 milioni, ma il traguardo prossimo è fissato al 2012, con 1,9 milioni di passeggeri. In quell’anno i conti di Seaf, se i privati entreranno in modo robusto, dovrebbero riassestarsi. L’arrivo dei voli cargo sicuramente non farà piacere al comitato contro i rischi del traffico aereo. Lo studio Sinloc parla di soli due voli quotidiani. «Senza aumento di traffico pesante, perché i camion utilizzeranno la nuova tangenziale». Rusticali ha infine ricordato che da aprile sarà possibile l’atterraggio anche dal lato Bertinoro.
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