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Cesena Ditelo con i fiori... così si digerisce meglio

Notizia pubblicata il 19 agosto 2008



Categoria notizia : Eventi


LA VIOLA é neutra, il gladiolo sa di cetriolo, il nasturzio é acidulo, il crisantemo dolce e la rosa... beh, anche lei é più che altro per bellezza. Tutti insieme vanno a formare la squadra dai colori vivaci e festosi che dopo essere stata ammirata, finisce, sotto forma di ricetta, sulla tavola di buongustai-esteti. I protagonisti delle tavole estive più intriganti si chiamano fiori eduli, ovvero commestibili, e arrivano da Gattolino, provincia di Cesena.

Qui il signor Nicola Pizzi ha fondato un vero e proprio profumato impero dal quale partono spedizioni per tutta Italia: di fiori appunto, ma anche di erbe aromatiche, almeno 40 specialità . Magari alcune non le avete mai sentite nominare ma, senza saperlo, chissà  le avete degustate. Ma sotto che forma? Beh, certo che un garofano su un risotto non passa proprio inosservato, però spesso si é distratti e, visto che quella di essere abbinato al benefico cereale é un po' la sua fine prediletta, c'é caso che l'abbiate assaggiato proprio così.

La rosa invece é molto apprezzata sui dolci oppure i suoi petali sono buoni e belli ripieni di scaglie di pecorino con all'esterno qualche goccia di miele d'acacia. La viola é eccezionale candita: si scioglie lo zucchero nell'acqua tiepida, si tuffano le viole che poi si mettono ad asciugare su carta speciale dentro al forno. L'uso primario dei fiori, si capisce bene, é comunque quello di beare l'occhio, ingioire lo spirito. Una sorta di cromoterapia cui la natura ci ha da sempre abituati. Ma sta in questa ricerca del signor Pizzi, anche la voglia di far scoprire i sapori.

«TUTTO é iniziato quando una signora di Milano Marittima mi ha chiesto se potevo trovarle dei fiori per una cena. Accadde sei anni fa - racconta Pizzi - e io non ne sapevo nulla. Ma ho fatto ricerca, ho trovato un libro con varie ricette e da lì ho iniziato a coltivare i fiori». Ma la storia narra anche di tre ettari di terreno ereditati dal padre Corrado da far fruttare e di un commerciante incontrato a Milano che, appena saputo della sua specialità , gli ha commissionato 900 vaschette di fiori da spedire anche in Scandinavia. Questo accadeva quattro anni fa. Oggi Pizzi produce 300 vaschette al giorno.

MA COME si rende commestibile un fiore? La risposta pare semplice e alla portata di tutti. «Acquisto i semi e le piante appena nate le metto a dimora e le lascio crescere libere nella serra, per evitare che l'umidità  rovini i petali. In caso serva, aggiungo solo concime naturale». I più richiesti della lista sono le rose che in frigo durano dagli 8 ai 10 giorni, le viole 7/8 giorni, il nasturzio 4.

Poi ci sono, tra le erbe aromatiche, la salvia al sapore di ananas ma anche tante altre specie interessantissime che naturalmente, forse più dei fiori, aggiungono sapore ai piatti. Da Pizzi partono i fiori alla volta di Milano dove finiscono da Pietro Lehman al ristorante "La Gioia", ancora su una tavola meneghina da "Pomireu", l'osteria di Giancarlo Morelli.

Poi al Piazza Duomo di Alba di Cuneo e in vari ristoranti dell'Appennino tosco-romagnolo. Se forse per molti é ancora una stravaganza, questo cucinar coi fiori potrebbe diventare presto un'abitudine. Da novembre a settembre in azienda si tengono infatti i corsi per imparare a cucinarli (info: 339 3615174). Pizzi li organizza con l'amico chef Riccardo Vecchi con cui viaggia spesso, anche in Europa, per fare dimostrazioni-show.

foto by http://www.flickr.com/photos/pasma