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Nuovo Film Invictus A Breve nelle Sale di Rimini
Notizia pubblicata il 27 febbraio 2010
Categoria notizia : Spettacoli
L'epica di una nazione tutta da costruire, lo sguardo leggero e ironico ma anche i cortocircuiti inquieti dell'adolescenza, padri e figli, l'apocalisse e la speranza di un mondo nuovo mettono insieme il programma per un fine-settimana di cinema.
Clint Eastwood racconta del progettorugby di Nelson Mandela presidente di un Sudafrica che nel 1995 deve mettere alle spalle l'apartheid. Più ambizioso ancora il programma dei fratelli Hughes che in “Codice Genesi” affidano al monaco Denzel Washington la ricerca di una strada che redima l'America dalla catastrofe. In Italia il territorio è quello fin troppo consueto della commedia. Giovanni Veronesi redige un raccontino morale pret-a-porter sul mondo dei genitori visto dai loro babies.
I quali, però, negli States di “Afterschool” si perdono sul labile confine che separa la realtà dalla virtualità seducente e terribile della rete. Isolato come il suo deluso protagonista che si scopre padre e si perde nelle lande e fra le anime ghiacciate della Norvegia “Nord”, il road movie esistenziale di Rune Denstad Langio
Ha Avuto accoglienze ondivaghe “Invictus” di Clint Eastwood che esce dai sentieri battuti delle sue trame che radiografano la luce il buio della (fu?) frontiera americana. Stavolta un film-inno, tutto dalla parte di Nelson Mande la Morgan Freeman che deve costruire la Rainbow Nation e fa leva sulla palla ovale e la nazionale “afrikaner” degli “Springbook” per cementare uno spirito comunitario.
Interlocutore, da convincere e da trasformare in alleato il capitano Pienaar Matt Damon. Tutto dipende dall'assunto e Clint sa di dover suonare le trombe di una causa, la reconciliation C'è da raccontare, nella maniera classica che appartiene al cinema americano, il trampolino di lancio di un sogno (e non i frantumi di quelli che c'erano e una fede postuma). Se “L'Invincibile Invictus” è una freccia, “Codice: Genesi” è un fin troppo tortuoso e ambizioso percorso tra catastrofico, action, fantasy, con dialoghi a volte interminabili a mettere i paletti sul Significato di tutta la storia: un monaco Denzel Washington profetico che ha il potere biblico della Parola e, a contrastarlo, un demoniaco capobanda Gary Oldman che fa la parte di chi vorrebbe consegnare il mondo al Male.
E il Male si annida anche nella rete, meglio nel rischio che espropri chi la frequenta dal senso della realtà e lo sposti in una dimensione di vita-fiction estrema, iperreale, sesso e violenza. Almeno questo incubo tocca al protagonista di “Afterschool” film indipendente e dalla scrittura sperimentale di Antonio Campos.
Più pacifici, ma non per questo rassegnati, anzi per certi versi sulfurei, gli adolescenti di “GenitoriFigli Agitare prima dell'uso”, con cui Giovanni Veronesi prova a replicare il successo di “Italians”. Gli occhi di Gina distendono il filo della narrazione (un tema assegnato dal prof. Alberto Michele Placido) e rivelano il back dei genitori (Luisa,Littizzetto caposala e Gianni Silvio Orlando, commerciante, che l'ha mollata, gli amici di lei..) e del suo passaggio d'età. Popolare, senza scivolare nel trash