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Esce questa settimana a Rimini 'Baciami Ancora' che segna un doppio ritorno per Gabriele Muccino
Notizia pubblicata il 27 gennaio 2010
Categoria notizia : Spettacoli
Volevo indagare nelle sfumature della vita, capire come si cresce, si invecchia, si sbaglia . Esce questa settimana Baciami ancora che segna un doppio ritorno per Gabriele Muccino: in Italia, dopo due film girati in America, e tra i personaggi de L'Ultimo bacio , grande successo che nel 2001 colpì il pubblico nazionale e, poi, quello del Sundance Film Festival, facendo da trampolino per la carriera del regista.
Diciamolo subito, un racconto che fila come un treno e un divano analitico che ha il passo sicuro del cinema di qualità popolare proprio di Muccino. Li ritroviamo tutti i protagonisti di allora, ma con i segni visibili del decennio trascorso. Carlo Stefano Accorsi trascina una relazione con Anna Francesca Valtorta ma ha nel cuore mai domo Giulia Vittoria Puccini, la ex moglie da cui ha avuto una figlia e che adesso convive senza palpiti con l'aspirante attore Simone Adriano Giannini.
Marco Francesco Favino, impulsivo quanto basta per non avere un figlio e non riuscire a rimettere in sesto il matrimonio con Veronica Daniela Piazza che, infatti, cerca braccia meno nevrasteniche. PaoloClaudio Santamaria, il più in conflitto con se stesso e il mondo, si rifugia negli psicofarmaci e cerca un equilibrio nella relazione tortuosa con l'insicura e istintiva Livia di Sabrina Impacciatore, che ha un figlio di dieci anni ed è stata abbandonata dal compagno Adriano. Il quale, dopo traffici che lo hanno portato in un carcere colombiano, torna, smarrito e stordito, ma desideroso di rimettere insieme i pezzi della sua deflagrata esistenza. Infine Alberto Marco Cocci, che non ha mai accettato e non accetterà il tran tran borghese. tutti in tensione, alla ricerca di una consistenza sentimentale che deve fare i conti con le paure, gli alibi, le impotenze, le fragilità, il bisogno di qualcuno.
E Dunque, tutti attesi a uno snodo decisivo che farà da cartina al tornasole delle loro parabole. «È un film sul senso della vita dice ancora Muccino - sull'amore e la paternità. Ma non un film a tesi, con una chiusura troppo certa».
E, infatti, sul finale sospeso, come dopo un terribile temporale, da Grande freddo all'italiana, si stacca la tangente aperta al futuro di Alberto. Baciami ancora va dritto verso il punto di crisi, con un ritmo che via via accelera, fino alla convulsione dell'ultima parte, che si rovescia nella bonaccia: «Avevo bisogno di comprimere le emozioni al massimo per portare i personaggi a un'epifania a vedere le cose come stanno. Solo lo schiaffo di un trauma li risveglia dal sonno nevrotico della loro vita». Il bagno americano, si vede, non è passato invano, ha rafforzato la scrittura, ma l'Italia era un approdo che Muccino confessa necessario: «Volevo una pausa rispetto alle logiche industriali e avere margini per un'autorialità e un controllo sul film che a Hollywood non è possibile. Non che abbia fatto film commerciali, che peraltro hanno avuto entrambi successo, ma avevo bisogno di libertà e l'Italia era la culla in cui misurarmi con i miei pregi e i miei limiti»