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Forli Filastrocche in vernacolo, la Romagna che non tramonta ‘Al mi zirundèl’, di Mario Vespignani

Notizia pubblicata il 08 giugno 2009



Categoria notizia : Spettacoli


Il forlivese Mario Vespignani come ‘zirondellaio’ significa toccare forse la più importante delle sue ‘passioni’ dialettali. Fin da piccolo Vespignani ha iniziato a scrivere in vernacolo e questo amore non lo ha più abbandonato, al contrario è tuttora vivo e fecondo, visto che oggi, all’età di 85 anni, si esibisce in serate dialettali e pubblica poesie come, ad esempio, quelle dell’ultimo libro ‘Al mi zirundël’ (Le mie girondelle), Collezione Dialettale Romagnola, 2009.

NELLA PREFAZIONE l’autore spiega che cos’è una ‘zirudëla’: un componimento poetico in ottonari a rima baciata e per lo più in chiave satirica. «La j è sôl quis-ciôn ad mètrica, / côma un cônt ad aritmètica,/ che se un u j dà a spanëla / la n’è piô una zirudëla», («È solo questione di metrica,/ come un conto d’aritmetica,/ che se uno gli dà a spanella/ non è più una girondella»). La parola ‘zirudëla’ deriva, secondo Vespignani, dagli antichi trovadori che declamavano poesie accompagnandosi con un antico strumento musicale, la ghironda. Di sicuro è una poesia popolare che in Romagna ha avuto zirudellai illustri.

Non a caso, dunque, nel libro di Vespignani il primo componimento poetico s’intitola ‘La zirudëla’, seguita da altre 67 che abbracciano temi del passato come ‘Vella, poeta zavatén ‘, ‘E’ sumar ‘d Skaja’, ‘E’ gall massèr’, ‘E’ s-ciadur’, ‘E’ sdazz’, ‘E’ puntadôr’, ma anche molti attuali come ‘La pensilìna’, ‘Furlé e al rotond’, ‘Targhi péra e targhi sgafi’, ‘La zanzéla tigra’, ‘La chikunguny’, ‘La patént a punt’. Il componimento poetico abbraccia considerazioni sia serie sia ironiche e talora anche trasgressive.

QUEL CHE importa è la sua immediata ricezione da parte del lettore o ancor meglio dell’uditore, infatti è proprio quest’ultimo che può apprezzare al meglio i ritmi e le cadenze delle strofe. Non c’è argomento che la mente vigile di Vespignani trascuri, inoltre il continuo esercizio col vernacolo facilita le rime che nel poeta nascono spontanee e vivaci. Non mancano nel libro, zirudelle dedicate allo sport, in particolare al calcio, con critica alla violenza attuale. E, infine, un pensiero al ballo; non sapete, dice Vespignani, che a ballare il liscio «poch a poch u’s rinzuvnéss».

foto by http://waww.flickr.com/photos/