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Fiera San Martino Santarcangelo Rimini 2009

Notizia pubblicata il 05 novembre 2009



Categoria notizia : Sagre Feste


La Fiera di San Martino è un’occasione speciale per mangiare e per bere in compagnia, assaporando il “gusto” della tradizione. I Punti Ristoro allestiti per la Fiera ripropongono le usanze conviviali delle vecchie osterie, da sempre lungo i percorsi della sagra autunnale pare snodarsi una lunga tavolata imbandita, ricca di odori appetitosi e invitanti sapori

Una decina le osterie allestite in piazza e lungo le vie del centro per un migliaio di coperti. In piazza Ganganelli si gustano i caldi piatti della tradizione all’Osteria Romagnola, le fumanti carni allo spiedo del Girarrosto, i crostini e le bruschette o il fritto di pesce e per la prima volta quest’anno i salumi del salumificio Lombardi. La polenta si trova invece all’Osteria dei Mulini, nella piazzetta del Lavatoio, ma è la piadina, meglio se con salsiccia e cipolle, la vera regina della festa: c’è un po’ dappertutto, in particolare in piazza Marconi, all’Osteria di San Martino, e nelle diverse rosticcerie del centro. In piazza Marini si ritrovano invece i tipici cibi di strada: castagne, spianate, fritti, bomboloni.

La Fiera continua nel tempo l’antica tradizione dell’accoglienza. Quest’anno saranno ospiti di San Martino i simpatici Trentini del Consorzio di Promozione Turistica. Nell’Arena del Campo della Fiera allestiranno un Punto Ristoro che proporrà alcuni piatti caratteristici del loro territorio: polenta e capriolo, spatzle, tortei di patate, stinco, strudel e frittelle di mele. Alcuni produttori presenteranno le tipicità trentine: formaggi, carni, salumi, dolci, vini, grappe, conserve. Il tutto allietato da musica e da animazioni. Lo spazio funzionerà da sabato 7.

Ma la Fiera è anche un luogo ricco di sorprese, dove si possono scoprire piatti di altre terre, vicine e lontane. Girando qua e là troverete assaggi e prodotti tipici del Marocco e del Brasile, della Spagna, del Belgio e altro ancora: le gauffres, il cous cous tunisino, i wurstel tirolesi, la paella, il kebab maghrebino. In via de Bosis torna anche quest’anno lo stand della birra artigianale mentre per i veri golosi c’è la Sca-Luveria: lungo la gradinata di via Saffi leccornie d’ogni tipo, tra cui i dolci alle castagne di Marradi e le golosità di ben due cioccolaterie. E per gli amanti delle tradizioni romagnole non mancheranno caldarroste e cagnina in diversi punti del centro cittadino.

Domenica 8 alle 14 in piazza Ganganelli si rinnova anche l’ormai tradizionale appuntamento con il Palio della Piada, competizione promossa dalla Pro Loco e giunta alla 12a edizione.

Nato quasi per gioco, il Palio intende diffondere e tramandare l’arte della piadina, anche nelle giovani generazioni. La Pro Loco l’ha ereditato e rilanciato, creando un marchio, illustrato dal pittore Pino Boschetti. Quest’anno alla tradizionale competizione se ne affiancherà una speciale riservata agli amministratori della Valle del Marecchia. Hanno già confermato la partecipazione Mauro Morri, sindaco di Santarcangelo e Stefano Coveri assessore alle Attività Economiche e Turismo. Per Verucchio gareggerà il sindaco Giorgio Pruccoli e per Torriana Franco Antonini. Il Comune di Poggio Berni ancora non ha definito il suo concorrente. In gara anche alcuni sindaci dell’alta Valmarecchia: Antonio Valli per Pennabilli, Mauro Guerra per San Leo, Guglielmino Cerbara per Sant’Agata Feltria e Vincenzo Sebastiani per Novafeltria. Il Palio sarà presentato da Tiziano Corbelli e accompagnato da musica dal vivo. Al vincitore andrà in premio un disegno di Boschetti autografato dall’autore, a tutti i concorrenti un simpatico gadget. E’ possibile iscriversi fino a sabato 7 presso lo IAT (tel. 0541 624.270), c’è posto per 30 partecipanti, di ogni età e provenienza. Anche quest’anno il Palio è sponsorizzato dalla Banca Malatestiana.

Alla piadina è dedicato anche un altro piccolo evento, sabato 7 dalle ore 14,30. In Piazza Ganganelli i valenti artigiani de Le Teglie di Montetiffi danno vita a “La Piada nel Testo”, un laboratorio aperto sulla nascita del testo-teglia dove un tempo si cuoceva la piada, e non solo, che prendeva un sapore unico. La dimostrazione sarà condita da assaggi e da canti tradizionali dei Pasquarul d’la Piopa.