La Fiera di San Rocco, un modello da esportare
Notizia pubblicata il 05 novembre 2007
Categoria notizia : Sagre Feste
LA LEZIONE di San Rocco. Potrebbe essere questa la sintesi della Fiera di San Rocco che riempie, ormai da anni, almeno un terzo della città nella prima domenica di novembre.
Una lezione quella dei sei circoli organizzatori che danno alle associazioni di categoria, ai negozianti e alla stessa Amministrazione: la Fiera, ieri, é stata visitata da decine di migliaia di persone, e non solo faentini.
E' si una vera Fiera, visto che affonda le proprie origini in epoca medievale, ma pare soprattutto una buona lezione di marketing.
Una Fiera come quelle di cui si legge o che si vedono nei film ambientate in epoca medievale in Occidente, o ancora attuali come i suk in Oriente, che diventa una festa per i visitatori. Un modello, come si dice oggi, da esportare, che Faenza farebbe bene ad esportare a Faenza stessa. E non siamo i soli a dirlo.
Lo stesso vicesindaco Elio Ferri, il giorno della presentazione della Fiera di San Rocco, lo disse chiaramente :"La Fiera potrebbe essere una palestra per altre manifestazioni, un modello di come una città , malgrado il progresso, debba essere vissuta nel rispetto delle tradizioni".
Migliaia di persone ieri hanno invaso il quadrilatero entro il quale ogni anno la Fiera prende vita, con le solite bancarelle, le solite degustazioni, la solita pesca di beneficenza, il solito tutto. Eppure malgrado ogni anno tutto sia come al solito, la gente continua ad arrivare a frotte.
Un modello, si diceva, che si potrebbe prendere ad esempio per la stessa città , per riempire l'enorme, ma vuota piazza della città che si affolla solo saltuariamente per il mercato che però ha una natura diversa, uno spirito diverso.
Le associazioni di categoria spesso si impegnano in estate e ci hanno provato in inverno.
Risultato? In estate la rassegna dei 'Martedì' ancora tiene, in inverno invece é il deserto. Prendiamo il mercatino di Natale: l'esperimento é durato solo due anni ed é fallito perchè altre città con maggiore tradizione attiravano gli ambulanti specializzati nel settore.
Allora il problema sarebbe da combattere su due fronti. Se Faenza vuol diventare città turistica deve cominciare a fare uno sforzo dall'interno, convincere e agevolare i commercianti a rimanere aperti anche alla domenica e dall'altro agevolare (economicamente) gli ambulanti che offrono prodotti di nicchia.
Obiettivo: trasformare la piazza di Faenza in un contenitore da riempire tutti i sabati e le domeniche, soprattutto nel periodo invernale. Stringere patti con le associazioni di volontariato, musicali ed enogastronomiche per far svolgere manifestazioni, spazi a tema e far rivivere Faenza al pomeriggio e dopo le 19.30, quando la gente o va a casa o in altri luoghi.
Sta di fatto comunque che ormai da dieci anni la Fiera di San Rocco non solo fa il pienone, ma pare stravincere, con una formula quasi casalinga, su tante iniziative più blasonate.
foto ziowoody