A PESARO L'OPERA ROSSINIANA: TRIONFO PERSONALE DELLA CANTANTE DANIELA BARCELLONA. Divertente e teatrale, così Maometto seduce il «Rof»
Notizia pubblicata il 14 agosto 2008
Categoria notizia : Spettacoli
IL FESTIVAL ROSSINIANO attualmente in corso ha dimostrato almeno due cose. Quando le opere, anche quelle più impegnate sotto il profilo della complessità di scrittura, siano realizzate come si deve, il successo non manca mai. Altro aspetto importante: sia una messa in scena di carattere modernizzante che quella di impostazione rigorosamente storica possono trovare nella musica di Rossini una congruente ed efficace legittimazione.
DESTA QUASI incredulità il sapere che il Maometto non ebbe buone accoglienze al suo debutto napoletano. In questo lavoro Rossini compone brani complessi ma anche strutture graziosissime e per tradizione ben gradite dal pubblico. Certo la scelta di far morire la protagonista in scena con un plateale suicidio non avrà trovato il gradimento della maggior parte degli spettatori.
La complicata trama del dramma mescola un po' di tutto: amor di patria, una protagonista innamorata di due amanti, ovviamente avversari, e un genitore eroico difensore della colonia veneziana di Negroponte contro le brame del turco. C'é però un antefatto: il Sultano, sotto falso nome di Uberto, era stato amante corrisposto della protagonista Anna.
Come tutte le opere del periodo napoletano anche il Maometto si regge su una scrittura vocale di debordante virtuosismo e una trama orchestrale ricca di variati effetti timbrici che il direttore Gustav Kuhn, alla testa dell'orchestra Haydn di Bolzano e Trento ha realizzato con pertinente ed espressiva precisione imponendosi come direttore rossiniano di grande efficacia ed elasticità .
DOPO un inizio un po' verdiano, forse trascinato dalla vocalità squillante dell'ottimo tenore Francesco Meli, Kuhn ha trovato una sua dimensione stilistica più misurata e vicina al comune ideale delle sonorità del pesarese. Il taglio interpretativo si é poi sviluppato in crescendo fino al gran finale.
Nel realizzare questo disegno, di fondamentale importanza sono stati quattro eccezionali cantanti: Daniela Barcellona , en travesti, ha ottenuto un trionfo personale nella grande aria del second'atto; Marina Rebeka, sensibile e appassionata amante indecisa, si é imposta per vocalità e per la brillante recitazione; Michele Pertusi, Sultano più che autorevole ha forse raggiunto la più alta vetta interpretativa nei suoi ruoli rossiniani; Francesco Meli non poteva meglio realizzare il ruolo di Erizzo. Da non perdere.