Con Dante anche il corpo va in Paradiso
Notizia pubblicata il 04 agosto 2009
Categoria notizia : Cultura
QUATTRO GIORNI di suggestioni dantesche a Ravenna, dal 3 al 6 settembre con il festival ‘Dante09’ in Piazza del Popolo.
Per entrare, con il poeta, nella complessità della vita contemporanea. Che le sue parole, attualissime, ci fanno apparire come un dialogo, continuo, tra la terra e il cielo.Una relazione, spiega il direttore artistico, il poeta Davide Rondoni, che deve portare questi due mondi a unirsi.Rondoni, dopo le passate edizioni, dedicate al Purgatorio e all’Inferno, “Dante 09” arriva quest’anno in Paradiso.
«Sì, si è sempre immaginato il Paradiso dantesco come il luogo dell’astrazione, della pura filosofia, ma Dante era un cristiano medioevale e nel suo Paradiso, la presenza del corpo, la dimensione ‘fisica’ è invece molto importante. E la sua idea di ‘infinito’ ci aiuta ad addentrarci in questioni che, sempre più, ci riguardano da vicino. Penso ai grandi temi dell’etica, della filosofia, ma anche dell’arte. Il nostro festival è dedicato proprio alla vita, che, sempre di più, trova nella poesia di Dante, elementi di confronto e di discussione.
Qual è allora lo spirito della manifestazione?
«L’essenza del festival è nella parola, nella poesia recitata in pubblico da attori come Flavio Bucci, Remo Girone, Anna Galiena, ma abbiamo voluto che il cuore del programma fosse il rapporto tra il ‘limite’ e l’‘infinito’. Viviamo oggi in una cultura claustrofobica, Dante invece, ci regala il senso, che dobbiamo riscoprire, della visione, dello sguardo che si posa su luoghi che sorvolano le frontiere dell’uomo. Da lui dobbiamo imparare, con tutte le differenze che ci sono, naturalmente, rispetto al mondo medioevale. Abbiamo bisogno di rivedere l’infinito in un particolare, senza soffrire e subire le restrizioni dell’istante, i limiti imposti dal nostro corpo. “Dante 09” è un festival dove le esibizioni delle arti ci aiutano a comprendere meglio la vita. Attraverso l’amore, declinato in ogni forma possibile».
E’ un festival, quindi, che guarda allo spirito?
«Essendo un cristiano, io non separo mai lo spirituale dal materiale. Sì, il festival guarda sicuramente alla nostra sfera più intima, ma lo fa non dimenticando mai la materia, la carne della quale è fatto il nostro corpo, oggi così svilito,offeso, mediato spesso dalla pornografia. Ecco, “Dante 09” vuole aiutarci a vedere il paradiso nei corpi. Perché se sappiamo osservare, se abbiamo gli occhi per vedere quello che è immensamente lontano da noi, riusciremo, anche, a guardare meglio le persone che ci circondano».
E in questo le parole di Dante hanno una grande importanza...
«Sì, pensiamo alle descrizioni di Beatrice. Basta che muova semplicemente una mano perchè noi possiamo percepire, in tutta la sua forza, la presenza del corpo. La Divina Commedia, il Paradiso, non offrono una separazione netta, ma tendono sempre a ricongiungere materiale e spirituale. Ci sono molti luoghi comuni sulla cultura medioevale e sulla poesia dantesca che devono essere abbattuti. Nel Medioevo il corpo ha grande rilevanza. Non a caso Dante, in una scena bellissima del Paradiso, descrive i Beati che volgono al cielo il loro corpo per farsi vedere dalle persone che amano».
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